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di Francesco Iriti
L’ultimo consiglio comunale a Melito Porto Salvo ha lasciato importanti strascichi in seno all’amministrazione comunale. A scendere in campo è Totò Minniti, consigliere di maggioranza ed ex presidente del Consiglio: “Da quando ho rivestito la carica di Presidente del Consiglio Comunale di Melito Porto Salvo sino ad alcuni mesi fa. Ho cercato di rendere tale delicato servizio con la massima lealtà verso il consiglio tutto. Purtroppo, l’opposizione si è sbizzarrita nel formulare continui richiami al modo di condurre le sedute consiliari e, al culmine di una serie di polemiche procedurali, sono stato persino fatto oggetto di una lettera indirizzata al Prefetto, con la qualche si chiedeva la mia revoca.
“Poi, alcuni mesi fa, rimasto coinvolto in un increscioso alterco, (con Latella ndr) ho reputato opportuno, – ha aggiunto Minniti – per la dignità che la figura del Presidente del Consiglio Comunale deve avere, di rassegnare le dimissioni”.
Il consigliere comunale, scusandosi per questa premessa, ritorna sul civico concesso per “ribadire alcune delle considerazioni che in quella sede ebbi a fare e che mi hanno indotto ad abbandonare la seduta. Constatato che gli argomenti posti all’ordine del giorno di tale seduta erano carenti del preventivo esame delle componenti commissioni consiliari, ho rappresentato al Presidente del Consiglio Comunale tali anomalie che avrebbero potuto viziare gli atti deliberativi”.
Infatti, c’è stato uno “scambio” di vedute tra Minniti e Benedetto con il primo che “faceva presente ulteriori anche se più lievi violazioni del Regolamento del Consiglio Comunale tra le quali la convocazione del Consiglio non era stata preceduta dalla convocazione della Conferenza dei Capigruppo; l’interrogazione presentata dal Gruppo Consigliare “Progresso per Melito” di cui il Presidente del Consiglio è autorevole esponente, non era stata protocollata. Inoltre, la risposta alla predetta interrogazione veniva data da un Consigliere e non dall’Assessore al ramo mentre l’assessore Carmelo Vinci, a seguito dalla nomina, non poteva più far arte delle Commissioni Consiliari e, su impulso del Presidente si sarebbe dovuto sostituire”.
Minniti scende, quindi, nel particolare affermando che “la risposta alla mia osservazione è stata a dir poco sconcertante. Invece di prendere atto dell’errore, con un’arroganza unica, il Presidente del Consiglio Franco Benedetto, ha iniziato ad urlare offendendo l’intero Consiglio Comunale affermando che nel predisporre l’ordine del giorno ha dichiarato faccio quello che voglio”.
“Il fatto che una regola voluta dallo Statuto sia tenuta in così poco conto mi ha lasciato interdetto ma, ha prodotto maggiore sconcerto – ha rilasciato l’ex presidente del consiglio – il silenzio di quella parte dell’opposizione che tanto si era affaticata a polemizzare con il sottoscritto quando esercitava le funzioni di Presidente del Consiglio”.
“Per questo ho deciso di abbandonare la seduta. E farò – conclude Minniti – così ogni qualvolta manchi il parere dell’apposita Commissione”.
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