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Riceviamo e pubblichiamo:
In quanto futuro padre, sono fortemente indignato per l’assenza di risposte da parte del Presidente della Regione Calabria, il quale ricopre anche il ruolo di Commissario per la sanità calabrese, del Prefetto di Reggio Calabria e della classe politica calabrese.
Dal 1 marzo 2011 il punto nascite di Melito di Porto Salvo (RC) è definitivamente chiuso, una decisione dettata, secondo il Governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dalla riorganizzazione della sanità calabrese. Ciò non ha nulla a che fare con il piano di rientro dal debito, poiché si annuncia palesemente antieconomica e soprattutto non esiste il cosiddetto rischio clinico – che anche qui rientra nella media nazionale – secondo le indicazioni del Ministro Fazio, considerando l’alta eccellenza raggiunta dal reparto.
Le indicazioni del Ministro Fazio, sono delle linee guida che vanno valutate di volta in volta in base anche alle esigenze del territorio e non solo, ma soprattutto mi preme dire che non sono legge per cui vanno applicate scrupolosamente come il Governatore ha fatto intendere. Nel nostro Ospedale ci sono delle criticità, ma andavano valutate e approfondite in vista del rilancio che l’On. Scopelliti – in campagna elettorale davanti ad una folta platea – aveva propinato e invece così non è stato.
Il punto nascite di Melito di Porto Salvo è un importante punto di riferimento per il vasto comprensorio che va da Brancaleone a Capo dell’Armi, compreso il vasto entroterra aspromontano e pre-aspromontano, per una popolazione complessiva che tocca i 60 mila abitanti.
I sindaci dell’Area grecanica, sotto la pressione delle future mamme, hanno fatto ricorso al Tar sezione di Reggio Calabria in opposizione al provvedimento regionale.
Ad oggi, 24/03/2011, non abbiamo avuto risposte. Tutto tace e nell’indifferenza più totale ormai da più di 20 giorni le gestanti occupano pacificamente il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Tiberio Evoli” di Melito di Porto Salvo (RC).
Al nostro Governatore, che pure conosce la nostra zona ed è a conoscenza delle criticità che la affliggono, sarebbe bastato, infatti, considerare la vastità del bacino servito, la conformazione del territorio, con molti centri montani, e la distanza dalle più vicine strutture ospedaliere per decidere di potenziare il punto nascite dell´ospedale di Melito di P. S. E invece, in nome di astratti parametri che calpestano i più essenziali bisogni del territorio, non è dato sapere quali modalità il fantomatico piano di riorganizzazione preveda per affrontare le eventuali urgenze. La situazione è, insomma, inaccettabile nel merito e nel metodo.
Senza contare i pericoli che tutti possono immaginare per le aspiranti mamme e per i nascituri: la superstrada 106 – denominata la strada della morte – è già di per sé un pericolo, come segnalano le cronache con cadenza quotidiana. E se a queste aggiungiamo che presto inizieranno i lavori di ammodernamento e che sta per arrivare il periodo estivo, in cui i reggini, si trasferiscono anche solo per poche ore in questa vasta area per beneficiare delle nostre spiagge, lascio immaginare in quale caos si potranno affrontare i viaggi per raggiungere gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
La chiusura di questo reparto a me pare una disparità di trattamento che sta penalizzando l’ospedale di Melito rispetto ad altre strutture che in altre regioni compiono meno di 500 parti annui e non vengono chiuse ma sostenute.
Il Tribunale per i Diritti del Malato di Reggio Calabria in una nota ha ribadito che il Centro Nascite di Melito non può essere cancellato, sia per la funzione che svolge sia perché, allo stato attuale, gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria che dovrebbero per contiguità geografica surrogare i servizi neonatali offerti dal “Tiberio Evoli” non sono in grado di garantire ( e non per scarsa professionalità o volontà del personale medico e paramedico) un aumento di posti letto e delle prestazioni assistenziali sia in neonatologia che in ostetricia.
Se le future mamme non troveranno posto agli Ospedali Riuniti, dovranno affrontare l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria – anch’essa interessata dai lavori di ammodernamento – con tratti in cui si cammina in unica corsia per senso di marcia e restrizioni per giungere all’Ospedale di Polistena – che da Reggio Calabria dista altri 30 km circa (oltre quelli già percorsi) – o andare all’Ospedale di Locri – che dista sempre da Reggio Calabria 110 km.
Qualcuno dovrebbe comprendere le famiglie e soprattutto le gestanti – che di norma, dovrebbero vivere la gravidanza con tranquillità – con quale stato d’animo possano vivere quest’esperienza!
Francesco Laganà
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