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di Giuseppe Toscano
I servizi sanitari e sociali tra ritardi, difficoltà logistico-finanziarie e buone prassi. È un quadro variopinto, dentro cui emergono le mille incongruenze di un’organizzazione socio-sanitaria che annaspa e che risulta essere eternamente alle prese con continui ricambi dei vertici aziendali, oltre quelli di natura economica, quello che è stato “dipinto” nel corso del forum tenuto, domenica mattina, a Melito Porto Salvo. Nell’auditorium comunale di via Del Fortino, a confronto sul tema “Stato di salute della sanità e dei servizi sociali nell’Area grecanica”, si sono ritrovati medici, sindacalisti, operatori sociali, farmacisti e rappresentanti di fondazioni. Scopo dell’iniziativa, lanciata da un gruppo di associazioni dell’area, era di avviare un’approfondita discussione su una tematica particolarmente sentita dalla collettività, da cui partire per sollecitare una maggiore attenzione a chi programma e gestisce la sanità ed i servizi sociali a livello regionale. Ad animare il forum sono stati: Saverio Taverna, rappresentante dello Spi (sindacato pensionati Area Grecanica), Domenico Guglielmini, medico di base, Mario Alberti, operatore sociale della cooperativa Rinascita, Raffaele Manferoce, presidente Associazione farmacisti di Reggio Calabria e Giovanni Marino, presidente della Fondazione Marino per l’autismo.
<<Questo forum – ha spiegato nella sua introduzione Taverna – vuole esser il primo momento collegiale di riflessione, da cui partiamo per analizzare approfonditamente sanità e servizi sociali, e formulare proposte per migliorarne la funzionalità. È nostra intenzione, proporre un ulteriore incontro a breve, per presentare il risultato di ricerche incrociate che, portate avanti da un gruppo di studenti universitari, riguardano le condizioni dell’ospedale, ma riguardano anche il grado di soddisfazione, da parte della cittadinanza, per l’organizzazione dei servizi e dei livelli essenziali offerti dalla sanità pubblica. Oggi posso solamente anticipare che il grado di insoddisfazione è preponderante>>. Delle condizioni attuali del “Tiberio Evoli”, ha parlato il direttore sanitario Franco Misitano. <<Il nostro ospedale – ha detto – ha dovuto subire tutti i passaggi politici che, negli ultimi trenta anni, si sono verificati sulla sanità regionale e in particolare ospedaliera. Non c’è stata mai una linea strategica che riuscisse a mettere insieme le esigenze del territorio e dell’ospedale. I politici si sono occupati poco di questo, si sono interessati molto di assunzioni, di nominare dirigenti. Ciò ci ha potati in una posizione critica>>. Misitano ha anche parlato delle iniziative che si stanno portando avanti per riuscire <<a dotare il nosocomio di attrezzature macchinari idonei>>.
Il presidente dei farmacisti ha lamentato le difficoltà di una categoria che, nonostante l’importanza rivestita nel garantire un servizio di enorme importanza, gode di scarsissima attenzione. <<Nella sanità calabrese – ha sottolineato – purtroppo, le cose non vanno bene. I farmacisti che sono parte importante della stessa sono, quasi sempre, costretti a fare ricorso ad uno spirito di sopportazione immane>>. E questo <<nonostante la buona volontà dimostrata da parte dei farmacisti>>.
L’aspetto dei servizi sociali è stato messo a fuoco da Mario Alberti. <<Il nostro punto di riferimento -.ha sottolineato il rappresentante di Rinascita – è l’area del Distretto socio sanitario 4 (da Bova Marina a Montebello), composta da circa trentamila residenti, cui va aggiunta la quota immigrazione. I bisogni percepiti sono legati alle fasce deboli, ma la situazione tutto sommato non è preoccupante>>. Per migliorare le cose, secondo Alberti, servirebbe <<una maggiore programmazione, da cui scaturirebbe una migliore distribuzione delle risorse>> e consentirebbe di evitare l’interruzione improvvisa di servizi, o la loro assenza totale. Del lavoro dei medici di base, costretti a muoversi tra le “pretese” dell’utenza, la necessità di contenere la spesa sanitaria, l’interferenza nelle prescrizioni da parte di medici privati, e altro ancora, ha parlato il dottore Guglielmini. Infine, Giovanni Marino ha presentato l’esperienza del Centro per l’autismo di Prunella, sottolineando: <<C’è una parte di sanità privata che svolge una funzione sociale, ma questo non viene riconosciuto. Nonostante svolgiamo un compito importante e delicato, siamo considerati la “Cenerentola”: Non deve essere così. Le associazioni che gestiscono iniziative al servizio di persone disabili, non possono venire per ultime, non devono avere gli spiccioli>>.
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