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Ecco le foto della manifestazione >>>
“Stateci accanto perché questa è una battaglia che vinceremo”. Giuseppe Iaria, sindaco del comune di Melito Porto Salvo e presidente dell’associazione dei sindaci dell’area grecanica si è rivolto in tal modo alla folla che questa mattina ha preso parte alla manifestazione a favore della riapertura del punto nascite dell’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo. E’ stato un avvenimento sentito che si è dato appuntamento di fronte all’entrata storica del nosocomio melitese e che ha visto la partecipazione di cittadini, mamme in “dolce attesa”, istituzioni, associazioni e società sportive. Il corteo si è quindi mosso lungo il corso garibaldi raggiungendo Piazza Concessa dove é stato allestito per l’occasione un palco.
Molti gli interventi che si sono succeduti durante la mattinata con il sindaco Iaria che ha aperto i lavori ripercorrendo la vicenda e chiedendo a gra voce “un intervento da parte del presidente della Regione Giuseppe Scopelliti affinché ci sia un ripensamento su una decisione ingiusta che non ha tenuto conto di due principi fondamentali: i bisogni reali del territorio ed il rischio clinico”.
Una mamma “coraggio”, Antonia Serranò, ha ribadito alla platea che “dobbiamo difendere il nostro futuro perchè i bambini che portiamo in grembo saranno i protagonisti della società del domani”.
Il vice presidente della provincia Gesualdo Costatino ha messo in risalto come “é ora che noi politici dobbiamo intervenire per difendere un diritto come quello della salute”.
Nuccio Azzarà. presidente della confederazione dei sindacati ha sottolineato come “oggi le donne hanno dato a tutti una lezione di civiltà. Se non si stà attenti alla situazione dell’ospedale, si rischia che, dopo la chiusura del reparto di ostetricia-ginecologia, imploda tutto”.
Applausi scroscianti per Don Malara, parroco della chiesa dell’Immacolata che ha invitato “tutti a fare delle riflessioni sul fatto che siamo in ritardo su tutto”. Lo stesso prete ha ribadito come “soltanto ora qualcuno si interessa all’ospedale dopo tanti anni in cui non si è fatto niente per risanarlo”.
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U spitali i Melitu
Com’era bellu u tempu di na vota
Ogni pajsi ndavia na levatrici
E i ffimini da rruga, tutti a rrota
Pregavunu Diu, pamm’a benidici.
Poi finarmenti japriru i spitali
Chi certamente sunnu jjù sicuri
Cusì Melitu nci detti i natali
A genti bbona, puru a pisciaturi.
Chist’urtimi, dettiru na sintenza
Ca si no nc’ennu cincucentu parti
Jiudi u spitali, chi magnificenza!
Pammi fijjati, jiti a nattra parti.
I nu modu vi potiti sarvari
Masculi e fimmini sempri “uniti”
Com’e politici ndaviti a fari:
Perciò futtiti, futtiti, futtiti.
Bruno Salvatore Lucisano