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di Francesco Iriti
Il presidente del consiglio Benedetto ha di fatto aperto i lavori del civico consesso melitese comunicando la decisione di Totò Minniti di aderire al partito dell’Idv passando, di fatto, alla minoranza. Era un consiglio comunale molto atteso quello andato in scena nel pomeriggio di ieri nei palazzi comunali di Melito Porto Salvo con ben 6 degli otto punti all’ordine del giorno incentrati su altrettante interrogazioni presentate dai consiglieri Meduri e Minniti.
Ad inizio di seduta si é verificato un colpo di scena con Luigi Marcianò che ha dato “le dimissioni dalla carica di consigliere comunale”. Il rappresentante dell’ex Margherita ha specificato che le sue scelte derivano “da dinamiche politiche che stanno interessando alcuni consiglieri che in modo trasformisitico si sono allontanati dal nostro gruppo. Comportamenti da non condividere, avremmo dovuto fare opposizione. – continua Marcianò – Invece, mi dimetto non essendo riuscito a frenare il trasformismo, per fare chiarezza,”.
A seguire si é assistiti ad un botta e risposta tra i proponenti delle interrogazioni e l’amministrazione comunale che ha dato delle specifiche in merito non trovando, naturalmente, d’accordo sia Meduri che Minniti.
Tutta l’attenzione, infine, é stata riservata sulla questione del mercato settimanale, spostato sul lungomare dei Mille dal 1° febbraio, che ha portato gli stessi ambulanti a creare uno sciopero nella giornata di mercoledì contro la scelta portata avanti dall’amministrazione comunale.
L’assessore alle finanze Giuseppe Latella ha relazionato sul punto confermando quanto già detto durante la riunione con gli ambulanti che prevederà, in futuro, 129 postazioni. All’opposizione di Meduri, che ha delineato alcune incongruenze, il sindaco Iaria ha preso la parola ribadendo che “la scelta finale rimane quella dell’area di via del Fortino per la cui bonifica abbiamo ottenuto anche dei finanziamenti regionali. Rimane il fatto di dover delocalizzare le ultime tre famiglie Rom presenti sul posto. Per questioni prettamente umanitarie non abbiamo ancora agito cercando una soluzione più consona ai bisogni di queste persone”.
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