Melito Porto Salvo (RC), continua il sit-in di protesta al Tiberio Evoli

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prima nascita tiberio evoli
(PUBBLICATO SU CALABRIA ORA) di Francesco Iriti
“Siamo stati lasciati da soli in questa nostra protesta. Nessun politico, ne locale ne provinciale, ne tantomeno regionale, è venuto a farci visita sposando i nostri disagi”.
Continua il sit-in di protesta delle donne in “dolce attesa” nei locali di ostetricia-ginecologia dell’ospedale “Tiberio Evoli”. Non solo donne agli ultimi mesi di gravidanza, ma anche coloro che diventeranno mamme verso la fine del 2011. Per la seconda giornata le donne, insieme ai parenti, hanno continuato la loro occupazione pacifica in attesa che arrivi qualche risposta da parte di chi di dovere.
Al momento non è arrivato nessun intervento politico. Fa eccezione il comunicato stampa di Fausto Orsomarso, vice capogruppo del Pdl al consiglio Regionale, e la visita gradita del consigliere provinciale Bernardo Russo, che si è recato presso l’ospedale. Per il resto soltanto silenzi o qualche dichiarazione durante conferenze stampa o attraverso dei comunicati. Un motivo in più per le gestanti che non si sono arrese davanti a questa evidenza e sono convinte nel loro intento di proseguire su questa strada per vedere rispettato il diritto alla vita.
Per questo si sono rivolte, con un documento firmato, direttamente al Prefetto di Reggio Calabria per ottenere un incontro “al fine di illustrare le ragioni della protesta e per trovare una soluzione che permetta di mantenere in vita il punto nascita di Melito Porto Salvo”. In attesa di riscontro, si legge nella nota, “continueremo nella nostra pacifica ma ferma protesta presso l’ospedale melitese”.
La loro richiesta è che “il punto nascita non venga chiuso  in quanto riguarda, altresì, un provvedimento che tutte noi riteniamo ingiusto ed illogico. Noi tutte siamo state assistite fino ad oggi dai ginecologi dell’ospedale di Melito Porto Salvo e la chiusura del punto nascita ci costringerà a partorire presso altre strutture sanitarie comportando notevoli disagi e ulteriori rischi sia alle nostre famiglie che ai nascituri”.
Uno dei disagi maggiori riguarda il fatto degli spostamenti da effettuare in quanto “molte di noi provengono non solo dai paesi costieri limitrofi a Melito, – continuano le future mamme – ma anche dai centri montani dell’area grecanica”.
Intanto negli occhi del piccolo Christian Agostino, primo nato al “Tiberio Evoli” dopo la chiusura del 1 marzo, si legge la speranza di queste mamme che da sabato mattina aspettano delle risposte.
Una delle cose che colpisce sono state le parole della nuova mamma che proprio sabato mattina, durante la conferenza stampa indetta nei locali della direzione sanitaria, aveva gridato a gran voce che “mio figlio deve nascere a Melito Porto Salvo. Non mi posso permettere di farlo nascere sulla statale 106 e di rischiare di perderlo solo perché qualcuno ha deciso che si doveva chiudere questo importante servizio”.
Una richiesta che è stata esaudita anche se il futuro non appare dei migliori. Nei prossimi giorni si aspettano di conoscere gli interventi che verranno effettuati e che, si spera, andranno a considerare anche l’aspetto umano e non soltanto quello burocratico che ha contraddistinto l’intera vicenda.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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