Melito Porto Salvo (RC), Circolo Azione Giovani Melito sulla situazione comunale

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del Circolo Azione Giovani-Giovani Italia di Melito Porto Salvo

“Ciò di cui ci si accinge a scrivere comporterebbe in realtà un dibattito di ampio respiro e su molti punti, visto il grandissimo interesse e il coinvolgimento di tutta la cittadinanza sia dal punto di vista sociale che politico. Si prova dunque in questa sede a raggiungere quell’obiettivo che persegue l’educazione alla politica in quanto tale: l’interesse collettivo.

L’amministrazione attuale ha scelto orientare gli investimenti negli ambiti “tradizionali” più cari ad una certa visione “condivisa” dell’opinione pubblica (vedi mercato coperto, museo garibaldino, nuovo corso, piazza stazione, villa comunale, monumento dei Caduti, largo L. Rizzo e la Piazza di Maria SS. Di Porto Salvo).
Interventi utili all’arredo urbano, parzialmente ristrutturato è vero, ma affrettati dalle politiche di emergenza, tralasciando strategie a lungo periodo senza analizzare e confrontarsi all’interno del Territorio e senza risolvere tutte le problematiche legate al sociale e mantenendo uno stato di disagio che l’unica cosa che può portare è all’aumento dello stesso senza nessun miglioramento; e a tal proposito viene da pensare al fatto che il nostro Comune non è ancora coperto da assicurazione di responsabilità civile, cosicché il rischio viene sopportato dall’intera cittadinanza e il futuro incremento di debito dovuto ai risarcimenti da pagare si risolverà in aumenti delle tasse. E si pensa alla scarsa attenzione che si rivolge ai giovani che non sono stimolati a fare sport, accrescere la propria cultura, a formarsi come la futura classe dirigente o imprenditoriale.

Un errore caratterizzante e per sfortuna non unico è il continuo formarsi di politiche rivolte ai pochi, per i pochi. Si danno i nostri soldi senza redditività, senza cioè che ci sia un ritorno sociale verso di noi, i nostri figli, un percorso di crescita, sia esso professionale o cultural-ludico come magari chiede la stagione estiva.

È innegabile il merito del Sindaco di cercare di valorizzare Melito. Gli si da atto. Ma se non ti fai sentire nelle opportune sedi istituzionali per migliorare le infrastrutture e valorizzare il turismo è tutto inutile.. Si costruisce un museo garibaldino, la cui destinazione ai più è ignota. Stessa sorte per il mercato coperto. A chi sarà utile? Siamo sicuri che l’amministrazione negli intenti vuole perseguire il bene dei Melitesi, le intenzioni sono sempre perfette. Ma serve anche una strategia di lungo periodo attenta al sociale e allo sviluppo del Paese, non una tattica effimera per il voto di conferma.

Nota positiva con la speranza che non sia l’ultima è la recente uscita del n.1 di Vivere bene a Melito, giornale di informazione aziendale a cura dell’ASED s.r.l. che fornisce a tutti “notizie, suggerimenti, consigli, avvisi dati o portati a conoscenza della cittadinanza con l’obiettivo di far crescere la cultura ambientale collettiva e puntare a quel miglioramento della qualità della vita … la sensibilizzazione è informazione e educazione” (da Vivere bene a Melito, n.1, Luglio 2010). Ecco finalmente un’iniziativa, privata, che ha conseguenze importanti sulla vita della città. Ben vengano le altre. È facile sindacare sull’operato dell’amministrazione attuale, ma si propone un’alternativa, progetti concreti?

L’obiettivo è smuovere un po’ le acque dimostrando che l’inerzia che ha caratterizzato il Paese va messo da parte. Bisogna proporre, accettare e accelerare il cambiamento.  In questa sede si vuole invitare soprattutto al cambiamento di mentalità. È importante dare un feedback affinché le istituzioni ‘leggano’ i bisogni della società melitese. Attualmente questa incomunicabilità si traduce in una errata ricerca delle soluzioni più adatte alle esigenze della cittadinanza.

La politica è quella che si fonda sull’esigenza di relazionarsi con gli altri, di pensarsi non all’insegna di un “io individualista” e di poter, così, contribuire a dar vita a istituzioni vitali e capaci di raccogliere le istanze della società. Così la politica diventa buona. Ma sempre più ci si sente soli in questa battaglia: solo superando l’indifferenza, coinvolgendo i giovani, stimolando la partecipazione si può recuperare il senso dei valori e la ricerca disinteressata del “bene comune” .

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