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di Francesco Iriti e Nino Saladino
Il punto nascita al “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo è chiuso. Da domani, 1 marzo 2011, non ci saranno più nascite presso il nosocomio dell’area grecanica. La notizia era nell’area già da tempo e nella giornata di oggi è stato notificato al personale sanitario il decreto da parte della Regione Calabria che pone fine ad una vicenda che penalizzerà ulteriormente questo territorio. La data del 28 febbraio era stata indicata in precedenza come termine ultimo per mettere in pratica le direttive del presidente della regione Scopelliti che aveva concesso una proroga di quasi un mese rispetto alla data già fissata del 31 gennaio.
La notizia della chiusura del punto nascita era stata comunicata ufficialmente anche dallo stesso governatore durante un incontro tenutosi a Melito Porto Salvo l’undici dicembre 2010.
Da allora soltanto qualche incontro sporadico, con un centinaio di partecipanti, senza nessuna manifestazione eclatante a tal punto da richiamare l’attenzione di istituzioni e stampa nazionale. Anche la popolazione ha assistito inerme a questa situazione. Ed ora?
INTERVISTE:
A parere del primario del reparto di ostetricia e ginecologia, Pasquale Baccelieri sulla chiusura del punto nascita di Melito Porto Salvo <<C’è una disinformazione totale>>.
<<Noi siamo al lavoro come ogni giorno. Ci sono pazienti che continuano a rivolgesi alla nostra struttura nonostante tutte le notizie che si sono accavallate sulla chiusura>> – ha spiegato.
Baccellieri parla anche con i numeri. <<Abbiamo paradossalmente ad oggi – ha detto – un incremento di 10/15 nascite rispetto allo scorso anno che abbiamo chiuso con un aumento di circa 50 parti. Una linea di tendenza che se confermata dunque ci potrebbe portare tranquillamente in condizioni di poterci gestire e auto mantenere>>.
Con la chiusura – ha aggiunto – <<Perderemo per sempre l’attività di assistenza ostetrica nel territorio del basso ionio. Così come l’attività assistenziale di altri reparti, dalla pediatria alla neonatologia. Al momento ci sono delle linee guida da rispettare ma ci sono anche in tutta Italia reparti nelle nostre condizioni che continuano ad operare. E’ solo una constatazione. Le linee guida ci forniscono delle direttive ma ci sono anche delle esigenze territoriali>>.
<<La gente sa che il reparto deve chiudere – continua – e non sappiamo tecnicamente come comportarci con le gravide già ricoverate e con quelle che hanno trascorso il loro termine. Non sappiamo come operare con le emergenze. Bisognava codificare il tutto ma questo non è avvenuto, abbiamo il reparto pieno e le donne dietro gli ambulatori che attendono notizie>>.
C’è stato solo un dialogo tecnico con il primario degli ospedali riuniti. <<E’ stato firmato un protocollo che prevede le modalità di gestione delle gravide in funzione della chiusura del punto nascita. Ma a me – aggiunge – preme un’altro aspetto. Quello dell’emergenza che per essere garantita è necessario tenere aperta una attività di allerta>>.
Il consigliere provinciale Bernardo Russo, presente presso il reparto, ha puntato il dito ha puntato il dito contro le istituzioni politiche locali. <<Sono dispiaciuto per l’assenza in questa giornata delle istituzioni politiche. Mi sarebbe piaciuto vedere nei corridoi qualche sindaco e qualche assessore regionale – ha esordito. – Conosciamo le esigenze del risparmio di spesa ma un punto nascita nel nostro territorio credo vada difeso da tutti. L’aumento dei costi va sicuramente contrastato ma non in questa direzione. Le responsabilità non devono ricadere su questo reparto che è un’eccellenza ne sui cittadini dell’Area grecanica>>.
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