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«Sul punto nascite di Melito basta raccontare favole». Enzo Vinci, ex consigliere comunale di Melito Porto Salvo, e presidente nazionale del sindacato “Federenergia” traccia un bilancio sul “Tiberio Evoli” rivolgendosi a «Scopelliti affinché smetta i panni dell’ingenuo Cappuccetto Rosso e dica chiaramente ai Melitesi la verità: la competenza è regionale ed è quindi la regione e non il Governo che ha responsabilità del futuro del Punto nascite del “Tiberio Evoli”».
«Scaricare le responsabilità solo al governatore Scopelliti non è, però, corretto, anche se è la politica che – aggiunge Vinci – deve assumersi le proprie responsabilità definendo strategie a approvando piani e programmi».
L’ex consigliere melitese invita a «leggere le carte. La prima carta (origine del male per il punto nascia del T. Evoli) è il decreto del presidente della giunta regionale n. 26 del 16 novembre 2010 dove si considera ragione necessaria e sufficiente per chiudere il punto nascita di Melito di Porto Salvo, l’applicazione di quanto previsto al punto 12 della delibera 845/2009 sul piano di rientro ed in particolare in merito al programma operativo per la gestione del rischio clinico». Vinci scende nello specifico dove «al punto 12, testualmente si legge che nel corso del II semestre 2010, ad una valutazione del rischio clinico dei singoli punti nascita e l’approvazione, entro il 15 novembre 2010, di un provvedimento specifico di riassetto della rete complessiva dei punti nascita, con la precisazione che in carenza della suddetta valutazione e dell’approvazione del conseguente provvedimento organizzatorio, in via cautelativa, con decorrenza dal 1 gennaio 2011, saranno in via automatica dismessi i punti nascita con un numero annuo di parti inferiore a 500».
«Nessuna analisi valutativa è stata effettuata sul punto nascita di Melito, – sottolinea Vinci –. Quindi tutto si basa su una gravissima omissione del governo regionale che non ha espresso alcuna valutazione sul rischio clinico delle singole realtà dei punti nascita, ma si è limitato ad applicare una formula».
La “mossa” di chiudere il punto nascita a Melito non convince nessuno nell’area grecanica in quanto «chi ci rassicura che il rischio clinico per una partoriente di spostarsi in situazione di emergenza/urgenza – si chiede l’ex consigliere di minoranza – da Roccaforte del Greco fino a raggiungere i punti nascita di Reggio o Locri è inferiore quello misurato per numero di parti inferiore a 500?»
«Quello che riteniamo veramente grave è il comportamento dei 12 consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione – afferma Vinci – che hanno firmato l’atto di indirizzo, presentato nel corso dell’ultima seduta della Terza Commissione regionale, attraverso cui si propone la sospensione di un anno della chiusura dei punti nascita dell’Ospedale di Melito. La smettano di prendersi gioco dei cittadini dell’Area Grecanica».
Vinci punta il dito contro «responsabilità ed omissioni che vanno accertate. Chi doveva avviare le procedure di autorizzazione ed accreditamento istituzionale delle strutture e chi doveva valutare il rischio clinico? I direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitarie provinciali, non avevano l’obbligo di provvedere all’attuazione del provvedimento e di vigilare sull’applicazione, pena la decadenza dalle proprie funzioni?».
«Altro che rilancio dell’ospedale T. Evoli. A noi viene il legittimo dubbio che dietro questo provvedimento ce ne siano altri in vista – conclude Vinci – che potrebbero realizzarsi come una infernale reazione a catena».
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