Melito Porto Salvo, il Mare restituisce 150 anni di storia

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Il Mare di Melito di Porto Salvo (RC) ha riportato alla luce parte del piroscafo “Torino” arenatosi sulla spiaggia Melitese di Rumbolo per mano di Nino Bixio il 19 Agosto del 1860.

Nel 150 anniversario dello sbraco dell’eroe dei due mondi sul continente, il mare restituisce la nave che servi a portare i garibaldini ed il generale a Melito, che divenne così punto fondamentale per l’unità d’Italia.

Il comitato Garibaldino “T. Alati” nelle persone di G. Calabrò e G. Denaro, appresa la notizia hano proveduto a comunicare il tutto alle autorità.

Finalmente il recupero è possibile, il mare ha dato una mano affinchè in ottobre si possa iniziare alla messa in cicurezza e al recupero della nave.

Fotografie di Luigi Catanoso

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Author: Nino Pansera

Ideatore, fondatore e sviluppatore di www.ntacalabria.it Antonino Pansera, per molti semplicemente Nino, è l'ideatore, ed insieme a Francesco Iriti, il fondatore del portale / giornale on line ntacalabria.it, laureato in agraria ha sempre avuto la passione per l'informatica.

2 thoughts on “Melito Porto Salvo, il Mare restituisce 150 anni di storia

  1. Vorrei chiedere a Luigi Catanoso se fosse cosi gentile da togliermi una curiosità.
    Da cosa si evince che trattasi del relitto del piroscafo Torino?
    Mi auguro che non siano solo le indicazioni storiche a dichiararne l’appartenenza ma qualche indicazione più tangibile.
    La natura del substrato circostante evidenziano degli aspetti importanti che lasciano davvero poche speranze di conservazione a un relitto di non proprio giovane età. Mi riferisco in modo particolare alla profondità e alla distanza dalla costa davvero esigue che determinano un effetto dei marosi davvero determinante sul mantenimento delle poche componenti metalliche di un relitto del genere. Per non parlare della natura del substrato che definirei detritico grosso visto le dimensioni dei ciottoli in continuo movimento (data l’assenza di flora e fauna sessile) visto le forti correnti ascensionali che caratterizzano prevalentemente tutto lo stretto e che hanno determinato nei decenni notevoli spostamenti di inerti lungo la costa trovando come ostacolo il poco distante molo di levante del porto di Saline Joniche. Scusa il mio scetticismo ma sono dubbi legittimi quelli che nutro sulla reale esistenza del piroscafo Torino. Mi auguro tu possa smentirmi…con effetti speciali, sarebbe davvero una bella sorpresa.

  2. Spero presto di poter fare uscire il mio libro di ricerca storica sugli eventi. Vorrei porre all’attenzione dei tantissimi lettori di questo vostro/nostro giornale la vera storia del Torino e di ricerche da me effettuate in merito.
    Il Torino era una nave, o meglio “un legno”, come citato da molti studiosi, vecchio, quasi cadente, anzi addirittura era così malridotto che prima della partenza ” si era riusciti a farlo tenere a galla grazie alla cacca di mucca”. Nino Bixio, così come in Sicilia, non seppe fare bene le manovre e il Torino si incagliò vicino alla riva, a Rumbolo di Melito .
    Nonostante i dispacci di alti funzionari Borbonici, che annunciavano possibili assalti alla costa calabrese mettendo in allerta le otime navi nel basso Jonio reggino, le navi borboniche AQUILA E FULMINANTE, ripeto, stranamente, si tenevano lontane da Melito. Garibaldi, su un’altra imbarcazione (non sul Torino) saputo della manovra errata di Bixio cambiò rotta e fece issare bandiera americana per evitare che le navi borboniche lo affondassero, riteneva ormai fallita la spedizione. Ma MOLTO STRANAMENTE le navi borboniche passarono vicine e non fecero nulla alla nave dove c’era il Generalissimo battente bandiera americana, anzi addirittura si allontanarono ulteriormente da Melito Porto Salvo. Garibaldi, capì l’antifona ( capì che gli ufficiali erano stati ben “pagati”) e decise di ritornare nuovamente sui suoi passi ( sarebbe meglio dire sulla sa rotta) e senza problemi ritornò a RUmbolo e sbarcò riunificandosi con quelli del Torino di BIXIO. Lo sbarco avvenne senza spargimenti di sangue, senza alcun colpo sparato, fin quando non furono sbarcate tutte le attrezzature e munizioni.(La storia lo dimostra che molti ufficiali borbonici furono comprati dagli emissari di Cavour, dalla Massoneria e dagli inglesi). Un bel pò dopo lo sbarco, anche solo per mascherare il “tradimento”, le navi borboniche Fulminante e l’Aquila ( se non erro vi sono due vie a Melito che portano questi nomi FULMINANTE E AQUILA) accorsero sulla spiaggia di Melito e tirarono 2 colpi di cannone sul Torino (ormai vuoto di uomini e munizioni ) e questo colò a picco. SPERIAMO DAVVERO CHE VENGA RECUPERATO E CON ESSO SI DICA FINALMENTE LA VERA VERITA’

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