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La drammatica situazione socio-politica della cittadina di Melito impone una seria e puntuale riflessione da parte di tutti coloro i quali sono interessati al destino di un’intera comunità.
Il terzo scioglimento in vent’anni è una amara fotografia che ci racconta come nulla sia cambiato ma è prassi consolidata che l’istituzione Comune, ma direi la società tutta, è debole e facilmente attaccabile da interessi criminosi e di parte.
Per porre fine a questa situazione è necessario che si risvegli il senso civico, che rifioriscono i partiti e che le persone di buona volontà ci mettano la faccia nei percorsi di cambiamento.
Ben venga dunque la nascita di tutti questi comitati e gruppi spontanei ai quali però metto in guardia dai possibili ingressi di gruppi di potere o portatori di interessi, perché altrimenti vanifica il lavoro svolto egregiamente sulla cultura, sull’aggregazione e sui contenuti.
Io però ritengo che attori protagonisti della scena politica devono ritornare ad essere i partiti politici, quello che non sono stati finora. Negli anni si sono appiattiti sulle posizioni familiari e personalistiche ed hanno perso credibilità. Ora quella credibilità va riacquisita, attraverso l’apertura, la trasparenza nelle scelte, la coerenza e soprattutto con una dirigenza locale forte e coraggiosa.
Non è più possibile permettersi di non decidere, di scomparire dalla scena pubblica per poi tornare ad ogni scadenza elettorale. Così il popolo sente i partiti lontani dai propri problemi, ma solo come contenitori di consenso per scambi di favori e personalismi.
Mi sento di lanciare questo monito ai partiti ed alla società civile perché davanti abbiamo due anni per lavorare e ribaltare il tavolo. Solo su un percorso di trasparenza e partecipazione si può risollevare le sorti della cittadina di Melito e dell’Area Grecanica intera.
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