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Riceviamo e pubblichiamo:
L’acredine che emerge dal comunicato stampa del movimento Melito Futura dimostra ancora una volta l’incapacità di accettare non solo la sconfitta elettorale ma anche la presenza, all’interno del consesso comunale, di un consigliere di Italia dei valori, partito che con grande impegno e in tempi ristretti ha saputo confrontarsi nell’agone elettorale riuscendo ad eleggere un proprio rappresentante.
Dispiace constatare che l’interlocutore privilegiato degli strali di Melito Futura sia non il Sindaco ma un collega di minoranza e mi consola pensare che tale atteggiamento sia frutto solo di una mancata esperienza politica che spero nel tempo venga acquisita.
Vorrei ricordare ai colleghi di Melito Futura che in politica conta anche il significato dei comportamenti che si assumono e, con riferimento al mancato abbandono dell’aula, il mio riferimento non è all’art. 23 del regolamento del consiglio bensì all’art. 18 dello stesso nella parte in cui prevede al primo comma che l’elezione del Presidente del consiglio avvenga nella prima votazione con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Conseguentemente, ove la minoranza avesse abbandonato l’aula e in assenza dei due consiglieri di maggioranza, non poteva procedersi a votazione. Ci si rende conto, vorrei dire agli esperti giuridici di Melito Futura, del significato politico che avrebbe assunto un rinvio della votazione del presidente del consiglio? Avremmo dimostrato come sin dall’inizio il re è nudo, ovvero il sindaco non riesce a tenere i pezzi della sua maggioranza già nella fase iniziale del suo percorso politico/amministrativo.
Confondere l’art. 23 con l’art 18 del regolamento del consiglio può spiegarsi o con l’incapacità di interpretare le norme regolamentari o,ad essere sospettosi, con la cupidigia di arraffare con urgenza la nomina dei componenti spettanti alla minoranza tralasciando gli aspetti politici della vicenda che assumono un ruolo ben più preponderante rispetto agli interessi del proprio orticello.
Con riferimento,poi, alla presunta pretesa di occupare qualche posto nelle commissioni consiliari mi limito a evidenziare al Dott.Russo che in tal senso non è stata avanzata alcuna richiesta al suo gruppo, semmai correttezza politica avrebbe richiesto il contrario. Ove interpellato in ogni caso non avrei rivendicato alcun ruolo per due ordini di motivazioni, il primo numerico, il secondo di ordine più politico ritenendo che il ruolo di opposizione,anche costruttiva, si giochi anche su altri tavoli e non all’interno di organismi che negli anni, come ricordavo, sono stati svuotati completamente e resi non funzionali all’attività consiliare.
Quindi,per quanto mi riguarda, non ho manifestato alcun interesse all’uva della favola, semmai ho notato la preoccupazione di garantirsi qualche nominativo amico nella commissione toponomastica.
A Melito Futura vorrei ancora una volta ricordare che la politica dei due forni non ci interessa e, alla luce di quanto successo, mi sforzo di considerare il tutto un incidente di percorso che non dovrebbe farci perdere l’obiettivo comune,ovvero mandare a casa una amministrazione che certamente non farà gli interessi dei cittadini melitesi. Se poi si ritiene che il tempo del rancore,per responsabilità non certamente addebitabili ad Italia dei valori, debba prevalere sui tempi della politica vorrà dire che avremmo fatto un favore al già azzoppato Costantino.
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