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Avevamo denunciato in campagna elettorale le false promesse dell’attuale sindaco nei confronti dei pescatori melitesi e, purtroppo, non ci eravamo sbagliati. Va giù duro Giuseppe Salvatore Minniti, consigliere comunale di Italia dei valori sulla questione porto di Saline Ioniche e sulla utilizzazione della draga che avrebbe risolto i problemi dell’accesso all’area portuale.
In questo gioco di assunzione di meriti da parte del sindaco Costantino che rivendicava l’intervento alla amministrazione provinciale di cui era vicepresidente e poi del Presidente Raffa che, invece, ha ritenuto, sempre in campagna elettorale, di affermare la riconducibilità dell’iniziativa alla sua giunta, ci troviamo a commentare il quadro desolante ripreso da alcuni siti web con la draga inoperativa e i poveri pescatori a spalare sabbia.
Ci domandiamo,sottolinea Minniti, chi si sia reso responsabile di un investimento che si sta dimostrando uno spreco atteso che, come riferiscono i pescatori, il mezzo impiegato è inadeguato all’attività di drenaggio e poco funzionale ad un sito che necessiterebbe di macchinari più efficienti.
Su un problema così importante per l’attività marinara della nostra area sarebbe opportuno che l’incantatore Costantino dia gli opportuni chiarimenti ai tanti lavoratori della pesca presi in giro durante la kermesse elettorale.
Lo avevamo detto e lo ripetiamo, rimarca il consigliere comunale, è ora che i pescatori melitesi ritirino le deleghe in bianco ai soliti politicanti e si facciano promotori,insieme alle forze politiche serie e coerenti, di un progetto complessivo di rivalutazione della attività marinara e questo vale anche nei confronti della politica industriale della SEI che, se accettata, determinerà la scomparsa di un settore produttivo dell’area grecanica.
In tal senso, conclude il consigliere Minniti, in campagna elettorale , quale partito di Italia dei valori,avevamo presentato delle proposte organiche, concrete sul rilancio della pesca melitese e in questa direzione vorremmo confrontarci con i lavoratori per porre in essere momenti di lotta condivisi.
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