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“Inaugurazione del complesso museale e del sacrario garibaldino a Melito Porto Salvo”. Lunedì 19 luglio alle ore 9.30 sarà tagliato il nastro del complesso strutturale in onore di Giuseppe Garibaldi. Ieri mattina si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto, realizzato dal’architetto Salvatore Orlando, che è anche direttore dei lavori.
“Si tratta di un’importante opera compiuta in occasione del cento cinquantesimo anno dell’Unità d’Italia. Un opera creata per ricordare le gesta di un eroe quale Giuseppe Garibaldi – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Iaria – e che servirà in proiezione futura come richiamo turistico, soprattutto delle scolaresche. Il complesso servirà, anche, per dare maggiore visibilità alla storia d’Italia e per non dimenticare le radici di Melito Porto Salvo visto che lo stesso Garibaldi sbarcò a Melito per ben due volte. L’intervento è stato reso possibile anche grazie a dei fondi Pon ottenuti con l’interessamento dell’ex assessore regionale Saverio Zavettieri”.
All’incontro saranno presenti varie autorità tra le quali il prefetto di Reggio Calabria, e la pronipote di Garibaldi, Anita.
L’inaugurazione di tutta la struttura farà da preludio alla mostra che si terrà dal 10 al 31 agosto e che permetterà ai visitatori di vedere da vicino tutti i cimeli donati dalla stessa Anita Garibaldi, dai liberi cittadini e quelli gentilmente concessi da molti archivi di Stato come quelli di Catania e Napoli.
“L’appuntamento sarà anche l’occasione per adibire e migliorare il museo grazie alla documentazione presente ed alle donazioni di oggetti dell’epoca – ha aggiunto l’assessore alla cultura Concetta Sinicropi – che chiunque potrà fare. L’iniziativa non fa che renderci felice perché ci permette di entrare a contatto con una parte della storia che ha reso famosa la cittadina di Melito. Mi preme fare un ringraziamento alla dottoressa Francesca Tripodi, della sovraintendenza della Calabria, per il lavoro proficuo che ha effettuato per l’allestimento dei documenti garibaldini”.
Il 19 agosto, inoltre, data del primo sbarco di Garibaldi a Melito (correva il 1860), è già stata previsto un convegno mentre sono in progetto tante altre mostre itineranti.
I documenti presenti all’interno del museo riguarderanno il periodo 1817-1858 e riguardano, in particolare, bandi, telegrammi e proclami.
“L’intera opera non è invasiva e dall’esterno può sembrare povera di contenuti. Tuttavia, il lavoro è stato molto impegnativo e riguarda tre punti importanti. Uno è la stele che è posizionata al centro e che è stata riatta sulla base di quella antica, presente a pochi metri di distanza, – ha spiegato l’architetto Orlando – che in verità non è mai stata completata. La nuova stele è stata ricoperta di formelle ceramicate e durerà nel tempo. Inoltre la cuspide si illuminerà durante la sera. La seconda questione è il mosaico basale che è stato recuperato quasi interamente con un lavoro certosino in quanto negli anni era stato abbandonato a se stesso. Il museo, invece, si trova nel semi interrato e contiene tra le altre cose anche i resti dei tre garibaldini, morti il 19 agosto 1860, che erano custodi nella camera tombale alla base della stele”. La zona è costituita da ampi spazi che permettono un percorso educativo vista la presenza di molti reperti dell’epoca. La struttura comprende, nel pian terreno, un fabbricato di servizio assistenza con bagni, area ristoro e biglietteria.
“E’ stato recuperato un sito di degrado che prima era stato quasi per niente valorizzato. Ci troviamo di fronte ad un percorso di memoria – ha aggiunto l’ingegnere Franco Maesano, capo dell’ufficio tecnico comunale – che accosterà maggiormente i cittadini alla storia e che prevede ulteriori passaggi in tal senso per far aumentare il senso di appartenenza della popolazione al proprio territorio. Infatti, alla fine del mese d’agosto inizieranno i lavori di recupero della Nave Torino che giace nelle acque antistanti la spiaggia di Rumbolo e che dovrebbero essere, una volta eseguiti tutti gli interventi, custodita in una struttura adiacente allo stesso museo”.
“E’ già stata eseguita l’indagine magneto termica per capire come intervenire anche se una volta liberata la nave – conclude Iaria- dai detriti del mare dovremo fare i conti con il reperimento dei fondi necessari per portare alla luce questo importante relitto.”
Francesco Iriti
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