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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
60 giorni di tempo per salvare il Giudice di Pace a Melito Porto Salvo. E’ iniziato il countdown per evitare la chiusura di un servizio importante presente nell’area grecanica che entro la fine di aprile conoscerà il proprio futuro. Nei mesi scorsi si era paventata questa ipotesi ed in molti si erano mobilitati in tale direzione.
In realtà si era fatto ben poco di concreto per evitare la chiusura totale che in caso dovesse avvenire provocherebbe immense difficoltà a coloro i quali, avvocati in primis, sono tenuti a recarsi presso questi uffici per espletare una parte del proprio lavoro quotidiano. In quelle occasioni si era tenuta una discussione, simbolicamente presso un’aula giudiziaria, durante la quale gli stessi legali avevano chiamato i politici alle proprie responsabilità sottolineando, al contempo, oltre i disagi, anche l’aggravio di spese che comporterebbe a tutti coloro che da maggio dovranno recarsi dal giudice di pace più vicino che questo punto diventerebbe quello di Reggio Calabria.
L’unica alternativa alla chiusura del plesso melitese è quello di vedere consorziati tutti i comuni dell’area grecanica formulando, o riformulando, istanza al Ministero di Giustizia. Il consorzio dovrebbe addossarsi le spese di gestione dei locali e della retribuzione del personale. Un’impresa sulla carta quasi impossibile anche perché molti comuni, soprattutto i più popolosi come Melito Porto Salvo e Bova Marina, sono guidati dalle terne commissariale ed i tempi sono stretti per arrivare ad una soluzione proficua del problema.
Il punto verrà portato al vaglio nella prossima riunione dei sindaci dell’area grecanica durante la quale si cercherà di trovare un’intesa sul da farsi per cercare di salvare un altro servizio, dopo l’ospedale, che rischia di essere tolto ai cittadini dell’area grecanica, ormai diventati quasi i figli di un Dio minore.
Intanto sulla vicenda è intervenuto anche il circolo Sel dell’area grecanica che, in una nota a firma di Mario Siviglia, coordinatore del circolo e avvocato di professione, e della coordinatrice provinciale Laura Cirella, ha lanciato un appello <<alle amministrazioni comunali ed alle commissioni Straordinarie affinché si attivino per cercare di mantenere questo importante presidio che con provvedimento del 28 febbraio 2013 è stato inserito tra quelli da sopprimere entro la fine del mese di aprile>>.
Nel ricordare i passaggi da effettuare per il salvataggio del servizio, i rappresentanti Sel aggiungono di <<aver raccolto la piena disponibilità e l’appoggio del Sindacato USB, nel chiedere agli enti locali del territorio di considerare, nonostante le ben note difficoltà economiche in cui versano tutti i comuni, la possibilità di creare un consorzio per la gestione di questo servizio, scongiurandone la chiusura per continuare a garantirlo a circa 40.000 utenti>>.
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