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I carabinieri di Reggio Calabria stanno eseguendo un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 65 soggetti, appartenenti e contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di Porto Salvo (RC) e territori limitrofi.
Tra i 65 arresti il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino. http://www.ntacalabria.it/93091/arrestato-il-sindaco-di-melito-di-porto-salvo/
Le 65 persone sono ritenute responsabili a vario titolo di:
– associazione di tipo mafioso (art. 416 bis commi 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 c.p.)
– associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, vendita e detenzione di armi e munizioni; associazione collegata a quella di tipo mafioso (art. 416 c.p. – 7 l. n. 203/91);
– associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope del tipo hashish e marijuana con le aggravanti del numero di associati superiori a dieci nonché della disponibilità di armi (art. 74 commi 1 – 2 – 3 – 4 D.P.R. 09/10/1990 n. 309);
– spaccio in concorso di ingenti quantitativi sostanza stupefacente (art. 110 c.p. – artt. 80 – 73 D.P.R. 09/10/1990 n. 309).
Nel corso dell’attività investigativa, è stato accertato come nel comprensorio del comune di Melito di Porto Salvo fosse interamente sotto il controllo asfittico della cosca IAMONTE, una tra le più consolidate ed importanti organizzazioni criminali della fascia ionica della provincia reggina.
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Le indagini dei Carabinieri sulla cosca Iamonte hanno consentito di confermare e documentare che la cosca, oltre a controllare il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel territorio melitese, si era infiltrata all’interno della pubblica amministrazione.
Le investigazioni hanno focalizzato l’attenzione sulle attività della cosca ed hanno consentito di accertare che la potente organizzazione criminale, con strumenti, condotte e dinamiche tipiche e consolidate della criminalità organizzata:
– ha condizionato con il supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati alla cosca IAMONTE e con la pesante e grave connivenza degli amministratori locali, il regolare svolgimento delle gare d’appalto bandite dai comuni del basso Jonio;
– ha monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato, attraverso il controllo di imprese locali e più in generale è riuscita a condizionare tutte le attività produttive, subordinando al proprio benestare e consenso l’inizio di qualunque attività economica, attraverso il frequente ricorso alle varie pratiche estorsive: dal pagamento del pizzo, all’imposizione delle forniture e della manodopera, fino ad arrivare all’accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell’estromissione da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca;
– ha gestito il traffico di armi e di stupefacenti, unitamente ad esponenti di altri sodalizi criminali.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo, è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cui una agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo) riconducibili alle cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 4 milioni di Euro circa.
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