Mediterranean Experiences Festival, ricordata “Giornata Onu”

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Il Mediterranean Experiences Festival ha ricordato La Giornata Onu per i diritti dei bambini ridotti in schiavitù, con “Stop trafficking in the city” di Laura Silvia Battaglia, proiettato nell’Aula Magna del liceo artistico Preti Frangipane. Film in concorso. Battaglia ha vissuto otto mesi nello Yemen, tra bombardamenti di droni, rischi di attentati kamikaze e di sequestri di persona. Qui ha intervistato tre bambini ridotti in schiavitù. “In Medio Oriente apprezzi per forza la vita, non solo per la bellezza che ti circonda”, dice Battaglia, ”ma perché ti rendi conto che rischiando la vita, ogni nuovo giorno è un grande regalo”.

Un documentario girato con grazia e forza, intorno a Sana’a e al confine con l’Arabia Saudita, attraversato da un lungo muro di segregazione. Tre storie, tre bambini che vendono quat, la droga yemenita, portandola di contrabbando in Arabia. “Questo film secretato in Medio Oriente racconta tre diverse opzioni di una storia criminale, quella della schiavitù dei bambini : uno di loro è stato venduto per mille euro dai propri genitori, un secondo si è venduto per fare soldi con il contrabbando, un terzo e stato portato via alle famiglie”. E le bambine ? “Le bambine”, dice Laura Battaglia, “vengono vendute sempre per mille euro per l’espianto di organi, alle madri dicono che le tagliano un solo rene tanto ne hanno due e poi con mille euro le famiglie possono farsi una vita fuori dalla povertà. Ma le bambine tornano a casa cianotiche e con dolori atroci”. Per Guido Columba, presidente dell’Unione nazionale Cronisti, “Un film vero che documenta con coraggio realtà sconvolgenti che spesso non compaiono sui media e sui circuiti tradizionali”. Ospite Annette Hannemann, attrice e regista olandese, protagonista del teatro clandestino che mette in scena rifugiati politici in zone di guerra. Annette ha parlato delle sue esperienze e del film di cui è stata protagonista di “Unknown Iraq” di Laura Silvia Battaglia, proiettato come evento speciale al festival, sulla vita delle donne in Iraq.

Grande poesia con il film portoghese e angolano “Por Aqui Tudo Bem” di Pocas Pascoal. Il film che ha vinto il Los Angeles Film festival, racconta la storia di due adolescenti angolane, Alda e Maria, all’indomani dell’indipendenza e della lunga e sanguinosa guerra civile del 1980. Ancora adolescenti che devono crescere in fretta. Ancora un’opera in difesa delle lingue locali. Il dramma della guerra, la crisi adolescenziale, la perdita dei genitori, i lunghi giri per Lisbona dove si sono rifugiate. “Abbasso il neocolonialismo. Non volevamo essere usate come carne da cannoni”, così cantano le due protagoniste, immerse nella luce atlantica di una Lisbona bellissima, criptica e a tratti violenta e cinica verso i meticci e i migranti del Sud, nell’epoca della decolonizzazione. ”Chi non lavora non mangia”, la lezione della signora che concede lavoro alle due ragazze. E qui scatta la lotta per la sopravvivenza. Una storia all’origine di un lungo periodo di massicce migrazioni intercontinentali che si prolungano fino ai nostri giorni. Curatissimo l’audio, straordinaria la colonna sonora, scandito con passione e attenzione il montaggio, diretta e convincente l’interpretazione. Prova d’autore per questo film che figura anche in concorso per l’assegnazione dei dodicesimi International Journalism & Arts Awards Gino Votano.

Incontro travolgente al teatro Loreto con Alfred Šnitke, compositore russo conosciuto solo dagli anni Ottanta in Occidente, interpretato al pianoforte da Kristina Mocanu e Natalia Sokolova, protagonista della diffusione in Occidente della scuola pianista russa. “Tra tanti concerti, ascoltare la forza della musica russa e sovietica ti riporta a rimeditare sulla nostra stessa concezione di musica”. Ha commentato Mimmo Raffa, direttore del teatro. Il pubblico ha applaudito le note di un compositore comunque legato all’Italia per i rapporti artistici con Luigi Nono e per la svolta, sia pure limitata nel tempo, della tecnica seriale. Opere che Šnitke marcò poi come “riti adolescenziali di autonegazione seriale”, ma l’esperienza rimase dentro i suoi lavori, prima di affermare, “lo scopo della mia vita è unificare musica colta e leggera, anche se per farlo dovessi rompermi l’osso del collo”, prima di passare con convinzione al polistilismo. Rigore e pulizia nell’esecuzione di Mocanu e Sokolova, ritmo controllato e insistente dentro un’atmosfera inedita. Rigore e pulizia anche ne “Il Valzer della musica” del “Masquerade” di Lermontov interpretata da Anna Rosa Postorino e Domenico Siviglia e infine “Il Sogno” di Sergey Rachmaninov con la voce curatissima della canadese Cristian Poitras, accompagnata al piano da una elegantissima e puntuale Natalia Sokolova.

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Author: Francesco

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