Questo post é stato letto 26210 volte!
Mercoledì 6 aprile, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si è tenuto il quarto ed ultimo incontro del ciclo di seminari del corso “LegalMente” – Promozione e diffusione delle buone pratiche di gestione ambientale” – organizzato dall’associazione F.A.G. che opera all’interno del Dipartimento di Agraria, nell’ambito della “Rete della Legalità” promossa dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria.
Oggetto dell’incontro è stato l’importante tema del riutilizzo dei beni confiscati sottratti alla criminalità organizzata.
Ha aperto i lavori l’avv. Luigia Dattola che ha trattato del sequestro e della confisca dei beni di provenienza illecita e delle relative criticità, successivamente è intervenuta la dott. Teresa Gallo, esperta di sequestro e confisca dei beni alla criminalità organizzata, che attraverso dei grafici ha illustrato ai presenti i dati dei beni confiscati nel nostro territorio e ha discusso di casi concreti e attuali di gestione di beni confiscati nel Sud Italia, come la Comunità “Progetto Sud” di don Giacomo Panizza, citando il più recente caso di sequestro del centro commerciale “I due mari” di Lamezia Terme (CZ) datato marzo 2016.
Tra i relatori anche l’avv. Giuseppe Falcone, cofondatore dell’associazione “Attendiamoci”, che ha discusso della sua esperienza concreta e dell’assegnazione di beni confiscati alla ndrangheta e assegnati all’associazione di cui è socio fondatore non senza problemi legati per lo più a lungaggini burocratiche e alla mancanza di condoni edilizi degli stessi.
Ospiti d’onore il sacerdote, Don Valerio Chiovaro, gestore di beni confiscati e fondatore dell’associazione “Attendiamoci” e il Dott. Tiberio Bentivoglio, vittima di mafia e commerciante antiracket, che ha da poco tempo aperto un’attività commerciale in un bene immobile confiscato alla ‘ndrangheta e che il 28 febbraio ha subito un attentato incendiario in un magazzino dove era depositata la merce della sua attività commerciale e in cui è andata distrutta circa il 70% della stessa.
Le testimonianze dei due ospiti hanno arricchito l’incontro. Don Valerio Chiovaro ha narrato la sua esperienza dicendo che il giorno dopo dell’assegnazione ha cominciato a vivere nel bene confiscato. Rimboccandosi le maniche, come si suol dire, grazie anche alla manodopera volontaria ed alla gratuità di imprese locali e nazionali, ha costruito il Villaggio dei Giovani, che è un centro residenziale di aggregazione giovanile, situato nella zona Sud di Reggio di Calabria in via Gebbione al Mare.
L’intervento di Tiberio Bentivoglio è stato forte, ha narrato venti anni di NO al pizzo, la sua esperienza di vittima di mafia, la difficoltà di operare e vivere in un territorio in cui vi è una forte presenza di ‘ndrangheta e il coraggio che lo ha portato a resistere ed a restare a Reggio Calabria, città che ama. Bentivoglio ha lanciato un forte appello alla cittadinanza chiedendo che non siano tanti cittadini a ribellarsi alle criminalità organizzata ma che siano tutti i cittadini, invitando il popolo “a fare tappeto non rete, perché il tappeto è più fitto e non fa passare nulla”, inoltre, ha lanciato un appello a tutti gli imprenditori e commercianti reggini dicendo: “Chi vince può essere contagioso chi perde no”, per cui se lui vincerà sui soprusi della ‘ndrangheta potrà essere contagioso nei confronti di tutti coloro che gestiscono attività e il no di qualcuno diventerà il no di tutti.
L’uditorio ha interagito con diversi interventi e ponendo svariate domande ai relatori.
L’incontro si è concluso con un forte applauso di gratitudine nei confronti dei relatori e vi sono state parole di solidarietà e sostegno a favore di Bentivoglio.
Questo post é stato letto 26210 volte!