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“Mi chiedo come mai questi signori di Legambiente, su un anno composto da dodici mesi, scelgano sempre la metà del mese di luglio per pubblicare dossier, fare conferenze stampa e diffondere dati inquietanti sul nostro mare generando allarme collettivo fra i residenti e coloro che scelgono la Calabria come meta per le loro vacanze”: è questo il commento a caldo di Massimo Nucera, Responsabile Provinciale di Assobalneari che interviene dopo la pubblicazione del dossier dell’associazione ambientalista che ha tratteggiato un quadro a tinte fosche per i mari calabresi, fornendo una miriade di dati che, quantomeno, preoccupano i bagnanti che incominciano ad assiepare le spiagge della nostra regione.
“Non abbiamo gli strumenti – ha affermato Nucera – per contestare i dati o per dire se il mare è sporco. Probabilmente problemi da qualche parte ce ne saranno anche ma, la nostra categoria è la prima a rendersi disponibile ad affrontare il problema, con serietà e concretezza, sin dal primo settembre e per tutti gli altri mesi a seguire, con la speranza di giungere a soluzioni effettive.
Tuttavia, non condivido la tempestica, che, come una bomba ad orologeria va a deflagare nel bel mezzo della stagione estiva che, come sappiamo, rappresenta uno dei pochi punti di forza della già debole economia calabrese”.
“E mi chiedo ancora – ha evidenziato il Responsabile Provinciale di Assobalneari – durante tutto il resto dell’anno cosa fanno queste associazioni ambientaliste che si fregiano di occuparsi della tutela dell’ambiente e della denuncia dell’inquinamento marino e terrestre?
Pur non potendo contestare la veridicità di questi dati, mi corre il dovere di sottolineare come affermazioni di questo tenore rischiano di mettere a serio rischio migliaia di posti di lavoro considerando la vocazione turistica di gran parte del territorio provinciale. Sembra quasi che ci sia un disegno diabolico per mettere in ulteriore difficoltà il settore e magari favorire gli imprenditori delle altre regioni che, senza falsa modestia, non possono di certo vantare un mare come il nostro che se, come dicono loro, è sporco, non è mai sporco come quello della gran parte delle altre regioni italiane”.
“Tuttavia – ha concluso – rimaniamo a disposizione di Legambiente e di tutte le altre associazioni ambientaliste che lo vorranno a sederci attorno ad un tavolo già dal primo settembre per discutere non solo delle inefficienze e dell’inquinamento marino e terrestre ma anche delle possibili soluzioni a questo grave ed annoso problema”.
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