Massimo Nucera (Assobalneari Calabria) sulla Centrale a carbone di Saline Joniche

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Gli imprenditori turistico – balneari calabresi non avranno a disposizione tutti i soldi che può permettersi di mettere sul piatto la multinazionale svizzera Sei ma riescono a dare sostentamento alle proprie famiglie ed a quelle dei dipendenti. Viene da chiedersi, però, come mai, dopo aver ignorato la Calabria da sempre, oggi questi svizzeri sono così intenzionati ad investire tutto questo denaro qui a Saline?

Altro aspetto non trascurabile di questa telenovelas riguarda le posizioni oscillanti di alcuni comitati ed associazioni (prima contrari e poi favorevoli) e di alcuni sondaggi sul tema. Tuttavia, con tutti questi soldi in ballo, sembra che si trovi sempre l’argomento giusto per far tacere gli scontenti e convincere gli scettici. Coma mai la gente che lavora con il mare e con il turismo non è stata contattata dai rappresentanti della Sei?

Non so se i rappresentanti della Sei hanno capito che la gente del basso jonio reggino non si fa prendere in giro e può andare avanti anche senza i loro soldi ma contando su una terra linda e incontaminata che genera tanti prodotti naturali e genuini. Rammento, a tal riguardo, una riunione sul porto di Saline alla presenza dell’Assessore Regionale, Antonio Caridi, ed al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, durante la quale, proprio uno degli uomini della multinazionale svizzera, con estrema disinvoltura, ha affermato che i soldi per sistemare l’infrastruttura portuale li avrebbero messi loro come se stessimo parlando di noccioline americane e non di decine di milioni di euro.  Non mi feci abbindolare dall’uomo in giacca e cravatta e non presi in men che minima considerazione la proposta dello stesso semmai quella dell’Assessore Caridi sulla realizzazione di un tavolo tecnico che, in effetti, di lì a poco fu convocato.

La Sei deve andare altrove a costruire questa centrale a carbone che i calabresi non vogliono e se intendono insistere su questo progetto sappiano che sulla loro strada si scontreranno con la caparbietà degli imprenditori turistico – balneari che su questo argomento non molleranno di un millimetro. La nostra terra ha tanti problemi e non possiamo permetterci il lusso di dover pensare anche alla ipotesi di realizzare una centrale a carbone. Spero che questo mio intervento possa essere l’ultimo sul progetto di un impianto carbonifero a Saline ed a quelli della multinazionale svizzera Sei diciamo che possono fare a meno di prendere informazioni sul nostro conto perché noi non siamo in vendita.

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Author: Cristina

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