Marina di San Lorenzo (RC), Mimmo Cavallaro inaugura la stagione estiva del Lido Cala Azul

mimmo cavallaro

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di Giuseppina Sapone

Sabato sera l’Area Grecanica della Provincia di Reggio Calabria è stata felice ed onorata di accogliere, sulle rive del mar Jonio, i Taranproject.

La serata del 16 giugno ha segnato l’apertura della stagione estiva per il Lido Cala Azul, a Marina di San Lorenzo; circa 1400 persone sono accorse sulla spiaggia ad assistere al concerto estivo, con nuova scaletta, di Cosimo Papandrea e Mimmo Cavallaro.

La location, per gli appassionati di ballo, non era delle migliori, per via del terreno ovviamente poco adatto alla danza, ma la musica trascinante che solo la band jonica sa offrire ha praticamente obbligato i presenti, dovunque si trovassero, a fare la rota o eseguire qualche passo di tarantella in allegria.

La scaletta che i Taranproject hanno proposto rispetto allo scorso anno è stata rinnovata: inizia Cosimo Papandrea con “Citula d’argentu”, ed è un inizio trascinante. Le sue canzoni, da “Citula d’argentu” a Japri ssu barcuni, a Corvu Nigru, all’amatissima “Pizzicarella” hanno il pregio di scaldare il pubblico e renderlo partecipe fino in fondo.

La voce femminile e ballerina del gruppo, Giovanna Scarfò, si è servita di due bastoncini per far roteare i suoi “muccaturi bianchi”: sembrava un’acrobata! Simpatico il siparietto che ha messo su assieme a Cosimo: un’esibizione col tamburello, una sfida di concentrazione, senso del ritmo, equilibrio.

Il concerto cui il pubblico ha assistito ieri sera si è presentato come un perfetto mélange di canzoni vecchie e nuove: alcune tratte da “Sona Battenti”, altre da “Jhuri di Jhumari”, e le ultime arrivate di “Rolica”. Sulle note di “Carvunaru”, che fa parte proprio di Rolica, Mimmo Cavallaro, da sempre attento ai temi sociali, accogliendo l’invito dei ragazzi del “NO AL CARBONE” ad indossare le magliette che recano l’inequivocabile scritta, ha gentilmente voluto spendere due parole a difesa del territorio montebellese e melitese, minacciati entrambi dal progetto – quante cose prive di senso in questa nostra Calabria! – di costruzione di una centrale a carbone che rischierebbe di affossare definitivamente un’area già sofferente di suo.

A fine concerto, il cielo si è inaspettatamente illuminato coi colori scoppiettanti dei giochi pirotecnici: ma ciononostante, il pubblico era più interessato a non perdere nemmeno una mossa di Cosimo Papandrea, pronto a intonare “Lu Jimbusedu”, che a guardare in alto….

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