Questo post é stato letto 24360 volte!
In corteo nella Terra dei Fuochi per dire basta con i traffici illegali di rifiuti, con l’ecocidio, la distruzione del territorio e i veleni che uccidono i cittadini. Ma soprattutto per ribadire che come la Campania anche la Calabria va difesa, tutelata e riscattata dopo anni di malgoverno e affari criminali.
Per questi motivi anche Legambiente Calabria è stata presente a Napoli alla manifestazione promossa dal movimento #fiumeinpiena, con adesione di comitati, associazioni, studenti. Per dire no alle discariche illegali, ma anche a quelle legalizzate e ugualmente nocive.
Come i famigerati Casalesi, anche la ‘ndrangheta ha gestito senza scrupoli i traffici di rifiuti e di sostanze nocive, ha interrato veleni e affondato in mare scorie di ogni tipo, ha violentato il territorio per ricavarne denaro, senza alcuna remora per la salute della gente. E anche in Calabria le inchieste contro le ecomafie continuano a susseguirsi, colpendo le cosche che si sono arricchite ai danni dell’ambiente e dei cittadini. Ma i motivi che spingono gli ambientalisti nostrani ad alzare gli scudi vanno al di là delle grandi manovre criminali in atto nella nostra regione, e investono in pieno la gestione politica della depurazione e soprattutto del ciclo dei rifiuti.
“Abbiamo deciso di manifestare a Napoli per dare il nostro contributo civico per il riscatto della Terra dei Fuochi – ha dichiarato Franco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – ma anche per imparare dagli errori, dalle sottovalutazioni e dalle omissioni degli ultimi venti anni in Campania. Perché anche la nostra terra è a forte rischio, è stata ed è ancora meta di grandi traffici di rifiuti, ed è in balia della malapolitica che rischia di trasformare un territorio vocato al turismo e all’agricoltura di qualità in un’enorme pattumiera”.
“Vogliamo un territorio libero da veleni, vogliamo rompere l’assedio dei rifiuti e delle discariche illegali e legali. Per questi motivi ribadiamo la nostra netta contrarietà al reiteramento del provvedimento della giunta Scopelliti, che consente lo sversamento in discarica del ‘tal quale’, e diciamo no a ogni ipotesi di ampliamento degli attuali siti, a partire da quello di Celico in provincia di Cosenza. La via da seguire – conclude Falcone – è quella della differenziata spinta e della raccolta porta a porta, ogni altra strategia è fallimentare”.
Questo post é stato letto 24360 volte!