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Riceviamo e pubblichiamo:
Abbiamo accolto con grande entusiasmo la notizia di un più complessivo coinvolgimento della Provincia Regionale di Messina nell’azionariato della Sogas Spa, società che gestisce l’Aeroporto dello Stretto. Tale coinvolgimento che può creare sicuramente interessanti opportunità vista la grande potenzialità del mercato della Sicilia occidentale (stimato in oltre 5 milioni di passeggeri annui) potrà portare ad una crescita di presenze dello scalo reggino, ma esso da solo non riuscirà a risolvere i problemi gestionali oramai endemici che la società sta registrando da molti anni. Infatti, la Sogas Spa oggi oltre a non portare utili agli azionisti, produce notevoli perdite di esercizio che non sono facilmente quantificabili ma si aggirano solo per il 2009 intorno ai 4 milioni di euro, qualcosa quindi come 11/12 mila euro di perdite al giorno. Il nuovo consiglio di amministrazione nominato alla fine del 2009 che vede il Dottore Pasquale Bova svolgere al contempo le funzioni di Presidente ed Amministratore Delegato (ma prima operava in qualità di Commissario straordinario), non è riuscito ad arginare questo trend negativo che rischia di portare al collasso la società di gestione dello scalo reggino. In questi anni, a parte la rescissione del contratto con Consulta ( il cui iter per la verità era stato intrapreso durante la gestione del senatore Fuda), non ha prodotto iniziative concrete né nella direzione di far crescere le presenze in Aeroporto, né tanto meno è riuscito a frenare l’emorragia di perdite che fanno della Sogas la società tra quelle dello stesso comparto, più indebitate in Italia se rapportate al traffico in transito. Il numero di passeggeri che passano dallo scalo Tito Minniti è in costante decremento e nel 2009 si è attestato sotto le 500.000 unità, a fronte degli oltre 650.00 passeggeri degli anni precedenti. Il cavallo di battaglia della gestione Bova sembra essere la costruzione del pontile che dovrebbe nelle intenzioni degli amministratori , facilitare l’arrivo dell’utenza siciliana a Reggio Calabria. Il costo del pontile sta lievitando giorno dopo giorno ed ancora oggi non è operativo. Ma la cosa che mi preoccupa maggiormente è che l’accordo con la provincia di Messina prevederebbe l’apertura di sportelli per effettuare il check inn in terra Siciliana e questo porta sicuramente ad una lievitazione dei costi del personale (quindi nuove assunzioni a fronte dei 55 dipendenti già nel libro paga della società) ma al contempo non comporta le necessarie assicurazioni dal punto dei vista delle norme rigidissime sulla sicurezza degli scali (ancora più rigide dopo l’11 settembre), in quanto alcune operazioni relative allo smistamento delle valigie devono essere fatte per forza all’interno dell’aeroporto. Quindi gli uffici di Messina, Milazzo e Taormina, sarebbero un doppione inutile che aumenterebbero a dismisura i costi, senza tenere conto che oggi dall’altra sponda dello Stretto giungono una media di 30 passeggeri a volo, quindi al momento una fetta di mercato assolutamente marginale. Invece di pensare solo al pontile, sarebbe necessario che la Sogas si impegnasse a far venire a Reggio altri operatori ed offrire all’utenza altre rotte. L’intuizione della Giunta Scopelliti, di coinvolgere Air Malta a Reggio si è rivelata vincente, (così come è ascrivibile al Comune l’operazione Travelfly) ma la Sogas in questa operazione di attrarre nuove compagnie sta operando male e ad oggi stiamo aspettando che si concretizzi l’impiego dei quattro milioni di euro stanziati dalla giunta Loiero nel novembre del 2009 per agevolare le tariffe relative ai collegamenti con Milano Malpensa, Torino, Venezia, Bologna e Pisa. E’ la solita politica del vuoto per pieno che dà benefici stagionali ma non è strutturale, poiché una volta finiti gli incentivi economici, gli operatori che ne hanno beneficiato chiudono il rapporto con Reggio in quanto non economicamente conveniente. Intanto il Ministro Matteoli sta predisponendo il piano di sviluppo che deve essere approvato da Enac per cui perderemo i benefici di traffico e di presenze anche della prossima stagione estiva. La situazione strutturale dell’aeroporto è molto fatiscente, i lavori che erano stati programmati da due anni non hanno ancora avuto inizio, vi è una difficoltà di interfacciarsi con Alitalia con la quale la dirigenza Sogas non è pervenuta ad un accordo per la cessione dei servizi che la stessa Alitalia fa in auto produzione, facendo di fatto concorrenza alla stessa Sogas. Il Presidente del consiglio di amministrazione che è anche amministratore delegato ha però una delega del consiglio per decidere senza vincoli e quindi con una certa discrezionalità fino ad iniziative che impegnano la società per un ammontare massimo di 500.000 euro, ma sembra agli occhi dei non addetti ai lavori,visto lo stato di stallo in cui versa lo scalo, che il Presidente si stia limitando ad un lavoro di ordinaria amministrazione (pur percependo quasi 100.00 euro di compensi a vario titolo). La situazione di abbandono dello scalo è fotografata dal fatto che all’interno della struttura non vi è traccia di pubblicità, che negli altri scali è una voce che incide fino al 15% del fatturato, tanto è poco attraente il nostro aeroporto. Sulla privatizzazione è poi calato il silenzio e non c’è traccia dei privati che dovrebbero assumere l’onere del 35% del capitale dell’azienda e la gestione della stessa per 5 anni. Ma ci viene difficile pensare che tra gli imprenditori vi siano benefattori capaci di acquistare azioni di una società senza futuro e che produce solo debiti. A vario titolo il consiglio di amministrazione si riconosce compensi per circa 200.00 euro, mentre vi è una raccomandazione vincolante del collegio dei revisori (ma la tal cosa è disciplinata anche dal codice civile) che invita i componenti a rapportare i compensi ai risultati,tenendo conto dell’andamento della società. Il modello di città turistica viene quindi a scontrarsi con un Aeroporto che non è certamente un fiore all’occhiello dell’Area Metropolitana, e che meriterebbe maggiore attenzione e maggiore capacità di relazionarsi con i mercati internazionali.
Paolo Roberto Mallamaci
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