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Abbiamo letto le dichiarazioni di ieri, del portavoce regionale del Terzo Settore, il quale denunciava che, per pagare gli stipendi dei lavoratori Lsu-Lpu, sarebbero state sottratte somme al fondo per le politiche sociali.
Se la notizia dovesse trovare riscontro USB protesta vivamente contro questa che sarebbe una vera e propria guerra tra i poveri.
Né ci tranquillizzano le dichiarazioni dell’assessore Salerno, che ha assicurato che quei fondi non sono stati toccati: non ci bastano generiche rassicurazioni, ci dica da quali capitoli del bilancio sono state prese le somme e ci dimostri che i fondi per le politiche sociali sono intatti.
La splendida giornata dell’altro ieri a Reggio Calabria, con la manifestazione indetta dalla Federazione regionale USB, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e di circa 200 sindaci da tutta la Calabria, non merita una finale equivoco, ma richiede estrema chiarezza.
Alla regione ci sono fior di consulenti profumatamente pagati: si attivino loro per trovare i fondi necessari tra le varie voci di bilancio.
Propongano di eliminare gli sprechi delle tante ed inutili manifestazioni-passerelle; di eliminare le innumerevoli consulenze esterne pagate a peso d’oro (comprese le loro); di eliminare le tante convenzioni con società esterne, reinternalizzindo i servizi; di eliminare i tanti rivoli che alimentano la corruzione con denaro pubblico nella nostra regione.
Ma, soprattutto, si discuta, assieme a noi in un apposito tavolo, dell’utilizzo dei fondi europei, destinati in parte alla manutenzione e salvaguardia del patrimonio culturale e in parte proprio come sostegno al lavoro.
Insomma, se si operasse correttamente, in Calabria ci sarebbero soldi sufficienti non solo per pagare gli arretrati dei precari e per stabilizzarli per il futuro, ma ci sarebbero soldi sufficienti anche per aumentare le risorse per operare delle vere politiche sociali e garantire il sostegno ai bisognosi ed alle famiglie.
Ecco perché la USB chiede immediati chiarimenti e, soprattutto, ecco perché USB non accetta la logica di chi vuol imporre una guerra tra poveri.
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