L’On. Foti sulla situazione del PDL in Calabria

Nino Foti

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Nino Foti
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Io sogno un PDL davvero unito. E credo che questo sia un grande partito, naturalmente destinato a vivere ancora intense stagioni di governo sia a livello nazionale sia su scala regionale e locale. La guida dell’On. Alfano, senza dubbio, saprà distinguersi per scelte giuste e coerenti con i valori che il Popolo della Libertà incarna.

Quanto alla situazione del partito in Calabria, credetemi, non riesco proprio a far finta di niente né posso non essere coerente. Personalmente non condivido, sin dal principio, l’esistenza del doppio incarico né ritengo che ciò sia un requisito fondamentale per la sopravvivenza stessa del PDL in Calabria. Anzi tutt’altro. Forse il mio pensiero libero apparirà pure come quello di un “rottamatore” ma non ho affatto intenzione di cambiare partito. Dico questo a scanso di ogni equivoco e immagino con enorme dispiacere di qualcuno….

Ironia a parte, credo piuttosto che sia effettivamente ora che il PDL cambi qualcosina in Calabria soprattutto considerato che oggi le condizioni ci sono proprio tutte. Ci si potrà pure migliorare come partito, no?

Sono rimasto sinceramente stupito dal fatto che la riunione del coordinamento che doveva cambiare il volto del partito in Calabria, fissando date e appuntamenti precisi per la celebrazione dei vari congressi comunali e provinciali, sia stata in realtà così tiepida e  non ampiamente partecipata.

Dalla riunione emerge poi un documento che contiene ottime enunciazioni di principi diretti all’unità ed alla coesione del partito. Obiettivi da raggiungere che mi trovano, in questo senso, assolutamente d’accordo.

Non capisco però come sia possibile sostenere che in Calabria tutto vada bene e voler far credere all’opinione pubblica che il PDL sia solo quello si vede nei manifesti sui muri o che vive in retrospettiva nei ricordi dei recenti successi elettorali. Risultati sicuramente importanti a cui peraltro, vorrei rimarcarlo, abbiamo contribuito tutti, compreso il sottoscritto, sia alla Regione prima, sia nei vari Comuni e Province calabresi dove oggi il centrodestra è forza di Governo.

Le elezioni però, come tutti sanno, sono solo un breve, anche se intenso, momento della Politica.

Una volta raggiunto il potere, non ci si può ricordare del PDL solo in chiave adulatoria o, quel che è peggio, autoreferenziale. Tutto sommato non è questo che mi fa pensare. Sono convinto, piuttosto, che pure il PDL calabrese debba chiedersi verso quale direzione il partito si stia muovendo in questo periodo di transizione dal Governo Berlusconi al Governo dei tecnici.

Secondo me, ed era questo il senso della critica mossa nei giorni scorsi rispetto alla riunione del Coordinamento Regionale, questa volta si è davvero persa una buona occasione. In tale sede si sarebbe potuto anche parlare di congressi ma, a mio parere, tutto non può ruotare solo attorno a questo tipo di organizzazione del partito, una sorta di occupazione manu militari per blindarsi ogni coordinamento. Fare politica all’interno del PDL in Calabria non può essere solo come decidere di far parte di truppe cammellate pronte a farsi la guerra politicamente “l’un contro l’altro armati”.

La riunione, se concepita diversamente avrebbe potuto animare, piuttosto che soffocarlo a tutti i costi, un dialogo interno al partito sintomo di una naturale dialettica che è espressione di democraticità in un partito moderno.

Però a quanto appare nel PDL in Calabria tutto va bene anche se, forse non lo ricorderanno in molti, stiamo parlando di un partito che nel momento più delicato ha perso tre deputati che sono passati da una parte all’altra contribuendo all’affievolimento della maggioranza parlamentare e alla conseguente salita al Quirinale del nostro Premier Berlusconi per rassegnare le dimissioni.

Il PDL è un partito omogeneo, si è detto. Peccato però che in privato proprio alcuni tra i pochi presenti alla riunione non perdano l’occasione per esprimere disappunto e malumori in proposito. Lo fanno in modo sussurrato, quasi in segreto, in modo diametralmente opposto rispetto ai sorrisi da poster stampati o le dichiarazioni positive a prescindere, poiché frutto di chi è ormai contaminato dal virus del “pensiero unico”.

Vorrei chiarire una cosa. Io non ho nulla di personale con Scopelliti e lui credo che questo lo sappia benissimo. E’ dal punto di vista politico, soprattutto in ordine alla conduzione del partito, che non condivido alcune sue scelte. Pertanto rispettandolo come uomo preferisco, anziché bisbigliare sottovoce, semplicemente esprimere in modo chiaro e libero il mio pensiero.

Giusto per rimanere in tema, il PDL si dice che abbia raggiunto importanti risultati nell’ultima campagna di tesseramento. In effetti i numeri dicono questo, ed è certamente vero. Nessuno nega il positivo apporto fornito a tal proposito dal gruppo della Lista Scopelliti Presidente. Una lista Coca – Cola (come l’ha definita Alfano) che è interna al PDL in chiave congressuale ma ancora mantiene in vita gruppi consiliari distinti in seno al Consiglio Regionale e negli altri enti locali, nonché distinte posizioni nelle varie giunte alla Regione così come negli altri enti locali. Anche i meno avveduti si accorgeranno che si tratta di una anomalia politica.

Ebbene io avrei preferito sinceramente che, nella scorsa riunione di Coordinamento Regionale, si facesse chiarezza e si procedesse spediti con lo scioglimento dei gruppi consiliari per costituire ovunque un solo grande gruppo PDL a partire dalla Regione e via via fino alle Province ed ai Comuni. Avremmo peraltro dato anche un bel segnale in ordine al risparmio da parte degli enti locali di almeno la metà dei soldi che oggi vengono spesi per mantenere entrambi i gruppi ovvero PDL e Scopelliti Presidente. Così facendo il PDL diventerebbe più grande. E chi lo può negare. Però anche questo punto non sembra essere all’ordine del giorno nell’agenda dei lavori del nostro partito.
Alla fine forse hanno ragione loro. Ma si, tutto va bene. Peccato solo che a volte mi sembra di trovarmi come Alice nel Paese delle Meraviglie, anche se non vorrei fare la fine del Cappellaio Matto.

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Author: Cristina

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