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Ieri i Carabinieri della Stazione di Locri hanno tratto in arresto un 22e nne e un 26 enne, responsabili, unitamente ad altri due giovani, a vario titolo, di estorsione aggravata, rapina e lesioni personali commessi a Locri nel corso del 2011 nei confronti di un loro coetaneo.
All’epoca dei fatti i militari dell’Arma riuscirono ad avvicinare, tra le varie vittime, un giovane del luogo che, esasperato dalle continue minacce e percosse, decise di denunciare i numerosi soprusi subiti. In tal modo è stato possibile ricostruire il modus operandi del gruppo criminale, facendo emergere come i giovani correi, dopo aver instaurato un iniziale rapporto di “amicizia” con le loro vittime, scelte nella fascia più debole della società, al fine di chiedere piccole somme di denaro a titolo di favore personale, ben presto trasformavano le proprie richieste in ferme pretese, che via via si facevano sempre più consistenti. Chi si opponeva al metodo veniva fatto sistematicamente oggetto di pesanti minacce, che spesso sono sfociate in episodi di vera e propria violenza fisica.
Nell’aprile 2011, ad esempio, dopo essersi opposto alle richieste estorsive, il giovane oppresso venne picchiato con violenza dal branco e, solo dopo aver ceduto alla consegna del denaro, fu accompagnato al Pronto Soccorso per le cure necessarie. La continua pressione dei giovani, raccontava la vittima, lo aveva indotto in uno stato tale da perdere completamente il contatto con la realtà, tanto che, a suo dire, la paura ormai aveva preso il sopravvento su di lui, tanto da giungere – pur di liberarsi dei propri persecutori -, disoccupato e ormai completamente assoggettato al gruppo criminale, a costringere la madre a cedere il quinto del proprio modesto stipendio per accendere un prestito di 19.000 euro con un istituto finanziario, per poi consegnare agli aguzzini la somma di 15.000 in contanti.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa nel giugno del 2011 dal GIP del Tribunale di Locri e, per uno di loro, che tra l’altro era il leader del gruppo, da GIP del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, rappresentò un importante tassello nella lotta contro le nuove leve criminali del territorio.
Ieri dunque, due dei responsabili sono stati nuovamente tratti in arresto, su ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, dovendo entrambi espiare la pena residua quantificata in 3 anni, 8 mesi e 11 giorni e 1 anno, 3 mesi e 23 giorni I due, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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