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di Domenica Bumbaca
Chiusa una porta si apre un portone. È quello dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria che sembrerebbe interessata ad avviare un percorso culturale nella città di Locri con una convenzione ad hoc. Terminati tutti i rapporti con l’Università di Messina, nonostante rimangano i debiti da pagare, la Locri universitaria può ritornare a vivere.
Infatti ieri mattina a Reggio Calabria il direttore amministrativo dell’università reggina ha incontrato gli assessori provinciali Eduardo Lamberti Castronuovo con delega alla cultura, Giovanni Calabrese, assessore alla Pubblica Istruzione e Candido Mario per l’Università e Ricerca. Un incontro propositivo che ha messo in luce l’importanza di avere una sede universitaria nella città locrese, dando possibilità i molti giovani del posto di di poter studiare vicino casa, senza doversi sobbarcare di ulteriori spese che non potrebbero nemmeno permettersi.
L’intento è quello di creare un polo che non sia una semplice sezione reggina, piuttosto diventi un centro culturale di eccellenza per tutto il comprensorio locrideo che ha necessità di intraprendere un percorso formativo che possa guardare ad una seria e qualificata prospettiva di lavoro per i tanti giovani.
Questo incontro vuole essere il primo passo per creare, in sinergia ed attraverso un lavoro corale tra gli assessorati, una realtà che guardi veramente e concretamente allo sviluppo culturale della Locride. Si è inteso, inoltre, riprendere in mano la Fondazione Locridea.
La Fondazione era stata costituita all’indomani della chiusura del corso di laurea in scienze sociali della sede distaccata di Locri, e allora firmarono l’accordo pochi Comuni della Locride. Un intero anno di lungaggini, proteste studentesche, negligenze degli amministratori e dei politici.
Oggi si ritorna a parlare di sede universitaria che dipenderà da Reggio Calabria, e se è ancora prematuro parlare di corsi e didattica, ci si augura che non si ripresenti un’altra debacle per il territorio. Una seconda illusione non farebbe bene alla cultura del territorio e denigrerebbe intelligenza di molti studenti.
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