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Ecco il comunicato pervenutoci dalla LMPT Reggio Calabria:
Ieri, martedì 7 aprile, La Manif Pour Tous è stata ascoltata in udienza presso la Commissione ‘Statuto e Regolamenti’ del Comune di Reggio Calabria, per discutere sulla proposta di istituire un registro comunale per le unioni civili. Le ragioni del no al registro delle unioni civili possono essere sintetizzati in tre aggettivi: illegali, inutili, ed ideologici, e per questo non laici e pericolosi. Pericolosi sia per gli assetti antropologici della nostra società, sia per la tenuta del Comune di Reggio che di fatto si esporrebbe a favore di una cosa illegale e che richiederà un impegno di risorse economiche distratte dalle reali competenze comunali. Illegali perché l’art. 117 della Costituzione prevede che in materia di ‘famiglia ed anagrafe’ gli Enti Locali non hanno alcuna possibilità d’intervento. In quanto illegali questi registri sono privi di qualsiasi effetto giuridico, quindi sono inutili, tanto è vero che nei Comuni adottati sono rimasti inutilizzati. Ma sono inutili anche perchè i diritti delle coppie non sposate, anche dello stesso sesso, sono già tutti tutelati dall’ordinamento giuridico italiano. A questo punto La Manif ha presentato in maniera dettagliata, e riferendosi esclusivamente al diritto positivo italiano, tutta una serie di leggi e di sentenze in cui si dimostra che è una bugia quella che i conviventi non abbiano diritti. In particolare è stato dato rilievo ai “contratti notarili delle convivenze” vere e proprie, ma soprattutto valide unioni civili.
Nella riflessione de La Manif, si è sottolineato che le unioni civili sono un modello precario e non vincolante. Promuoverle significherebbe offrire un modello diseducativo, perché rifiuta i doveri del matrimonio, e che indebolisce la società e soprattutto la conforma a quella esigenza di precarietà tanto cara al sistema economico di mercato. Al modello dominante, infatti, occorrono individui fragili, all’interno di formazioni sociali fragili, in modo da renderli maggiormente esposti e condizionabili dalle esigenze del mercato. Sulla distruzione ideologica della famiglia, è stata presentata l’analisi del filosofo marxista contemporaneo Diego Fusaro, a dimostrazione che le tematiche di natura etica non hanno appartenenza politica ma sono di tutti. Tra l’altro, anche attraverso Fusaro, appare evidente che il tema della difesa della famiglia dovrebbe essere estremamente caro soprattutto agli esponenti della sinistra. “Se oggi – ha dichiarato La Manif – le giovani coppie non si sposano più, se oggi nascono sempre meno figli, è soprattutto perché viviamo in una società sempre più precaria, dove diminuisce il lavoro ma aumentano i mutui e la pressione fiscale è sempre più insostenibile. Compito di un’amministrazione, quindi, dovrebbe essere combattere queste ingiustizie sociali alla radice, promuovendo e stimolando nuovi livelli occupazionali, e pianificando una serie di iniziative politiche volte alla equità fiscale per incoraggiare i giovani a sposarsi e ad assumersi il gioioso impegno della vita. Solo nei figli, infatti, risiede il futuro di ogni società”.
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