Questo post é stato letto 36020 volte!
Impietosa, devastante, cattiva perfino nei modi e nelle dichiarazioni pubbliche, improntata all’ideologia liberista che continua a imperversare, la politica renzo-berlusconiana sta spingendo la Calabria nel baratro. E rattrista osservare un ceto politico lontano dai problemi di questa regione, spesso impreparato, impegnato in diatribe di potere, in lotte interne per il dominio elettorale, incapace di arginare la deriva in atto. In Calabria stanno saltando interi comparti produttivi e si registra un impoverimento costante dell’economia e dei servizi. Renzi procede come una ruspa, arrogante fino all’inverosimile: attacco alla costituzione, modifica delle regole del gioco in salsa fascista per cancellare le opposizioni, attacco pesante ai diritti dei lavoratori; si sta ormai arrivando perfino a negare il diritto di sciopero. La disoccupazione, il malessere sociale, la crisi economica si accentuano. E la risposta che viene data è quella delle manganellate contro i lavoratori in piazza. Si stanno esasperando gli animi.
In un contesto socio-economico calabrese drammatico come quello rappresentato dai dati Istat e dall’ultimo rapporto Svimez, ma già noto alla popolazione che vive il dramma sulla propria pelle, si affacciano nuove nubi pericolose. I grandi enti in Calabria la fanno da padroni: Anas, Fs, Eni, Finmeccanica ed altri ancora perseguono i loro fini lugubri senza alcuna resistenza; la politica è assente, manca di autorevolezza o è strabica.
E arriva la svendita delle Omeca: il manager di Stato Moretti (quello che si lamentava qualche mese fa del taglio dello stipendio da 850.000 annui con la revisione della spesa pubblica), dopo aver realizzato la divisione dell’Italia nel campo dei trasporti ferroviari e aver distrutto il sistema dei trasporti regionali in nome dell’efficientismo e della privatizzazione (ma con sostanziosi contributi pubblici a carico anche delle popolazioni meridionali), con l’avallo di politicanti meschini, ora si accinge a replicare le proprie strategie su Finmeccanica. Val la pena di ricordare che questo signore è il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica e che si ritrova a gestire la prima azienda industriale di Stato. E tra i suoi primi provvedimenti annuncia pubblicamente l’intento di alienare il comparto industriale AndsaldoBreda a due gruppi internazionali: la giapponese Hitachi e una cordata cinese non ben definita (Cnr-Insigma). Il progetto si va delineando: svendere due gioielli dell’industria manifatturiera italiana: Ansaldo Breda che fabbrica metropolitane di altissima qualità e Ansaldo Sts, leader mondiale degli impianti di segnalamento e controllo ferroviario.
Le preoccupazioni dei lavoratori sono più che legittime; in genere alla svendita seguono ristrutturazioni e tagli; si profila poi un ulteriore rischio: il trasferimento del know how tecnologico ed ingegneristico in Cina, con la scusa che da quella parti i costi di produzione (ovvero i salari degli operai) sono molto più bassi. Occorre mobilitarsi per evitare il disastro che si staglia all’orizzonte e difendere lo stabilimento quale efficiente polo produttivo del Meridione e la professionalità delle maestranze. Nei mesi scorsi abbiamo proposto un progetto di rilancio del comparto produttivo ferroviario in stretta relazione con il potenziamento del sistema e dei servizi ferroviari della nostra Regione. Il nostro è un progetto alternativo, di sviluppo e di crescita economica e sociale, l’opposto di quello prefigurato da Moretti; e se Moretti va in quella direzione evidentemente sa di avere la copertura politica, di Renzi in primo luogo e del suo Pd. E’ tempo che anche i politici calabresi si sveglino. Non ci interessano i giochi di potere che dovrebbero condurre alla poltrona di sotto-segretario ai Trasporti il senatore D’Ascola per premiarlo del suo esporsi in favore delle larghe intese in Calabria (ricorderete che lo stesso ruolo era toccato a Gentile che poi dovette declinare per le note infelici vicende de L’Ora della Calabria). Quel ruolo potrebbe, peraltro, essere ricoperto da personalità che, in quell’ ambito, hanno competenze di settore acclarate.
Chiedo perciò l’immediata apertura di un tavolo di discussione tecnico-politico in Calabria. Come anche chiedo la contestuale presa di posizione a difesa delle Omeca e dei lavoratori calabresi e di questa proposta da parte del neo-sindaco di Reggio e delle altre istituzioni.
A noi interessa il futuro dei lavoratori e della nostra regione, sul serio. Per questo giorno 5 con il tour già programmato, “L’Altra Calabria” farà una prima tappa allo stabilimento delle Omeca, poi all’Atam, a seguire all’aeroporto e infine in piazza accanto ai lavoratori Fiom
Questo post é stato letto 36020 volte!