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di Teresa Libri *
E’ realmente difficile, complicato ed oneroso in una città come Reggio Calabria esercitare la professione di guida turistica.
Una città che nell’arco dell’ultimo decennio ha ricevuto riconoscimenti di ogni sorta, dal titolo di Città Metropolitana alla proclamazione del suo ex Primo Cittadino sul podio dei migliori Sindaci d’Italia. Finanche il titolo di Città d’Arte può menzionare tra i suoi innumerevoli appellativi, dopo quello di Città Turistica naturalmente. Troppo, veramente troppo ci sarebbe da spiegare sulla città… ma da qualche parte si dovrà cominciare.
Il clima mediterraneo che favorisce la vita all’aperto, le escursioni e le gite fuori porta per buona parte dell’anno, consente a centinaia di Reggini ed anche a coloro che risiedono nelle località vicine, di godere della piacevole, tipica passeggiata sulla Via Marina (altro nome che siamo abituati a dare al Lungomare Falcomatà) per respirare aria pulita e godere dell’unico ed insostituibile panorama.
E se il turista arrivasse in aereo, come gli si potrebbe spiegare che l’Aeroporto dello Stretto “Tito Minniti” è quasi incassato in quel piccolo fazzoletto di terra, in quel piccolo spazio e che la pista è così piccola da renderlo quasi inadatto ai voli di linea? Come si potrebbe giustificare ai suoi occhi, la presenza di pochissimi voli, che in modo davvero stentato riescono a soddisfare i bisogni della trascurata utenza dello Stretto?
Ma i motivi d’imbarazzo non sono circoscritti all’aeroporto ed ai voli, essendo infatti altrettanto imbarazzante percorrere il tragitto che da questo conduce al centro città, dove la segnaletica è quasi assente, la sporcizia imperversa ed è impossibile non notare, anche se si è distratti, che i marciapiedi ed il manto stradale mancano di adeguata manutenzione.
Si potrebbe pensare che tali problemi siano circoscritti alla periferia, ma invece anche nel centro storico le cose non vanno diversamente, ed ovunque in città si evidenziano gli stessi problemi.
Sin da Piazza Garibaldi dove si trova la Stazione Centrale, splendido esempio di progettazione dai criteri razionalistici, dell’architetto Futurista Angiolo Mazzoni, dallo stile imponente ed ampolloso secondo i dettami dell’epoca. Purtroppo agli occhi dell’attento osservatore, non possono sfuggire alcuni antiestetici elementi aggiuntivi, che nulla hanno a che vedere con la storia e l’architettura dall’edificio, che al momento sono in uso ad attività commerciali ubicate in un plesso esterno della costruzione.
Ma il degrado prosegue anche nelle vicinanze della Stazione Centrale, dove si trova la Villa Comunale, un tempo molto apprezzata dalle famiglie che durante i momenti di libertà la consideravano un posto dove far giocare con tranquillità i propri bambini. Adesso, purtroppo, non è più così; vi imperversa infatti la delinquenza e non si può più certo ritenerlo un ambiente adatto a trascorrere qualche ora in totale tranquillità.
La Villa Comunale è il punto d’inizio del bellissimo Lungomare Falcomatà, presso il quale le rarità botaniche si uniscono ai meravigliosi scorci paesaggistici. Il panorama dello Stretto di Messina, fa da padrone in questa cartolina naturale che non ha pari. Come dimostra la suggestione che ne ebbe il poeta Gabriele D’annunzio, che la ribattezzo “il chilometro più bello d’Italia”. Mi permetto di contestare questa autorevole affermazione, io ritengo che sia invece “il chilometro più bello d’Europa”.
Per tutta la sua lunghezza, il Lungomare Falcomatà pullula di locali alla moda, frequentatissimi in ogni stagione, specie durante la stagione estiva…. “bene, benissimo”… è il complimento ed il giudizio che ogni cittadino, ogni turista ed ogni osservatore critico, deve esprimere dopo aver vissuto i piacevoli momenti di svago offerti dalla nostra città.
D’altronde il lungomare, da sempre stupendo, è adesso ancor più bello e spumeggiante di tante località balneari del centro-nord.
E se i turisti osservassero invece la parte alta della Via Marina? Cosa colpirebbe la loro attenzione? Forse il bell’edificio d’epoca, visibilmente in disuso, che fino a qualche anno addietro era uno degli alberghi più “gettonati” della città, il Grand Hotel Miramare. E cosa spiegargli, anzi come farlo e quali motivazioni mettere sul tavolo della discussione, per giustificare le sue attuali condizioni ed il fatto che l’albergo sia ormai chiuso da anni? Come giustificare ai turisti il fatto che le tariffe degli hotel reggini siano decisamente superiori rispetto a quelli della medesima categoria, esistenti in altre città d’Italia?
Fortunatamente, grazie alla Legge Regionale del febbraio 2003, anche in Calabria e naturalmente a Reggio, son sorti numerosi Bed & Breakfast creati, nella maggior parte dei casi, per sopperire alla mancanza di hotel alla portata delle tasche di tutti.
Quasi a metà passeggiata non si può fare a meno di rimanere affascinati da un importante edificio storico, la Villa Genoese Zerbi, la quale sorge nell’area in cui, prima del 1860, vi era l’antica villa in stile barocco della famiglia dei Marchesi Genoese. La villa, distrutta dal terremoto del 1908, fu riedificata con un progetto degli ingegneri Zerbi, Pertini e Marzats nel 1915.
Secondo quanto recitano le numerose brochure e riviste ad essa dedicate, la Villa è oggi un importante polo culturale della città di Reggio Calabria, ed ospita periodiche mostre di varie tipologie artistiche. Un invitante programma al quale accedere, se non fosse per quello che balza agli occhi del turista attento quando osserva meticolosamente la struttura: il meraviglioso edificio storico è decadente, si sta praticamente sbriciolando. E gli interni non sono da meno, difatti gli impianti non si possono ritenere a norma e gli infissi e le chiusure, fatiscenti, non danno alcun senso di sicurezza ai numerosi espositori che affidano all’organizzazione le loro opere.
Purtroppo e/o per fortuna Reggio non è solo Lungomare.
La passeggiata principale della città, il Corso Garibaldi, da l’impressione di essere Figlio di un Dio Minore. Sono infatti anni, forse decenni, che si tenta di sistemare i suoi marciapiedi e la pavimentazione stradale, ma non se ne viene mai a capo. Eppure di opere ne sono state realizzate molte, tra cui piazze, fontane il tanto famoso e discusso tapis-roulant. Ma nessuna particolare attenzione è stata data per rendere più civile e vivibile la città.
È infatti impensabile che in una città a forte vocazione turistica la mancanza di acqua potabile sia ancora un problema, ed è inaccettabile anche solo immaginare che non si sia tenuto conto, per esempio, che l’espansione urbanistica e demografica della città, avrebbe reso necessario un adeguamento della rete fognaria.
Il turista potrebbe solo essere di passaggio, ma il cittadino che vive quotidianamente sul territorio dovrebbe avere delle risposte. L’unica risposta che mi verrebbe da dare in questo momento è che si è voluto emulare una sorta di “stile atipico all’insegna dell’improvvisazione” in ogni tipologia di intervento di riparazione e manutenzione, fingendo di sistemare o lasciando le cose così come sono, in attesa che il prossimo disastro annunciato rubi (ahimè) l’attenzione popolare e mediatica, facendo dimenticare l’incompiuta di turno.
* Presidente Primo Circolo Generazione Italia Reggio Calabria
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