Liberi di Ricominciare ha sporto denuncia alla Polizia Postale

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Riceviamo e pubblichiamo:

Con la primavera alle porte e il caldo che inizia a farsi sentire, è possibile ammirare, con largo anticipo, lo splendore nel vedere sbocciare stupendi prati fioriti che la natura ci regala.

In questo periodo, però, a germogliare non sono solo i fiori, ma anche il Movimento Liberi di Ricominciare che – nonostante le sue quotidiane battaglie – si moltiplica su facebook dando vita ad un suo clone. Purtroppo questa “gemmazione” primaverile non è stata deliberata da alcun simpatizzante del movimento, ma da squallidi soggetti con l’obiettivo di diffamare e denigrare le azioni e l’operato dei simpatizzanti dello stesso movimento, vittime anche di minacce personali.

A scoprire il gruppo tarocco è stato Paolo Ferrara – Presidente del Movimento Liberi di Ricominciare – che, invitato a farne parte, ha avuto la possibilità di constatare sin da subito i presupposti diffamanti che i moderatori si erano posti per ridicolizzare l’intero movimento.

Individuato il gruppo farlocco ed i responsabili, ben tre ed allo stato ignoti, ma facilmente individuabili con i propri nickname (due di essi con nomi di fantasia ed uno con presunto nome reale), immediata è stata la denuncia presso la Polizia di Stato, Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Calabria.

Il movimento inoltre ha conferito mandato al proprio legale per seguire la fase delle indagini mirante all’individuazione dei responsabili e, a tal proposito, è stato depositato un esposto alla Procura della Repubblica necessario ad aprire un fascicolo a carico di ignoti che con frasi denigratorie e diffamatorie e con minacce ai singoli soci hanno più volte denigrato il Movimento Liberi di Ricominciare.

Paolo Ferrara: “Questi esseri mediocri forse non sanno che offendere su facebook per legge è diffamazione a mezzo stampa. Basti pensare che per un semplice commento ritenuto offensivo si rischia una condanna da sei mesi a tre anni.

Questo è quanto la Procura di Parma – nello scorso gennaio – ha chiesto rinviando a giudizio un uomo per concorso in diffamazione aggravata. Fa riflettere che la sua colpa sarebbe stata “solo” quella di aver espresso il proprio gradimento, con un semplice clic, su una bacheca altrui, ad un commento ritenuto offensivo nell’ambito di una accesa discussione scoppiata fra due persone. Nel nostro caso ne vedremo delle belle.
Sembrerà strano, ma scoprire di essere oggetto di “clonazione” oltre ad essere un fatto veramente strano, ci riempie davvero di gioia.

Sapere infatti di essere tenuti così in considerazione da soggetti insignificanti che, anziché agire per il bene della collettività, perdono il loro inutile tempo nel cercare di denigrare il nostro operato, non fa altro che rafforzare sempre più la nostra determinazione di perseguire i nostri obiettivi.

Noi – a differenza di altri – non ci riteniamo in competizione con nessuno, agiamo sempre in modo lineare con il solo scopo di provare a difendere i diritti della collettività dando voce a chi davvero ne ha bisogno.
Questi “soggetti” probabilmente delusi dalla propria vita mediocre, cercano momenti di celebrità aggrappandosi a chi quotidianamente sta tra la gente e con la gente.

Invitato al gruppo clone, in un primo momento, ho esternato approvazione perché convinto che la presenza di più soggetti poteva garantire sul social network maggiori punti di ascolto necessari ad acquisire una più ampia conoscenza di possibili segnalazioni da parte degli utenti di facebook.

Purtroppo dopo aver visualizzato i contenuti diffamanti e denigratori sulle nostre attività con anche commenti minacciosi verso alcuni nostri simpatizzanti, sono stato costretto in quanto responsabile legale del movimento ad agire a tutela e nell’interesse di tutti coloro che credono in noi.
Sono convinto che dietro a questa meschinità si nascondono mediocri psicopatici disturbati certamente dalle nostre scomode verità. Questi esseri meschini presto avranno un nome, sono fiducioso nella giustizia”.

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