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Sono trascorsi 23 anni da quando, la sera del 28 settembre 1991, Demetrio Quattrone e Nicola Soverino vennero uccisi a colpi di lupara e pistola in una strada di campagna della frazione Villa San Giuseppe, a nord del centro di Reggio Calabria. Due giovani professionisti, ingegnere in servizio presso l’ispettorato del lavoro il primo e medico omeopata il secondo, del cui barbaro assassinio ancora non si conoscono mandanti ed esecutori.
Troppi ancora i nomi delle vittime innocenti di ‘ndrangheta per le quali la nostra comunità, con in testa i familiari, attende verità e giustizia. Troppo fragile ancora lo sforzo delle pubbliche istituzioni, delle rappresentanze del mondo economico e della società reggina tutta per ricordare e onorare degnamente chi ha pagato con il sangue la propria fedeltà ai valori del vivere civile. Il coordinamento territoriale reggino di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” continua a credere che solo da un esercizio cosciente e responsabile della memoria delle vittime innocenti di ‘ndrangheta possa sgorgare l’impegno necessario per liberare, una volta per tutte, la nostra terra da questa insopportabile peste.
Per questo sentiamo di dover ribadire, ancor più nel giorno del sacrificio di Quattrone e Soverino, della cui limpidezza umana e professionale riceviamo di continuo preziose testimonianze, la nostra ferma determinazione nello stare al fianco dei familiari delle vittime di ieri e di quelle che oggi disperatamente combattono per liberare le loro esistenze e la nostra terra dalla violenza disumana delle cosche.
Domenica 28 settembre, alle ore 9.00 presso la Chiesa della Madonna del Carmine nell’omonima piazza di Reggio, sarà una messa sarà officiata in memoria dell’ing. Demetrio Quattrone.
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