Libera e ReggioNonTace insieme per parlare di religione e ‘ndrangheta

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Il giorno 7 giugno, alle ore 18, nell’auditorium del Santuario di s. Antonio, Libera e ReggioNonTace organizzano un incontro dal titolo Per amore del mio popolo non tacerò. Religione e ‘ndrangheta. 

La scelta di Libera e ReggioNonTace di realizzare insieme questo evento è nata, oltre che dalla decisione di realizzare alcuni momenti in comune – pur nella diversità d’identità e ruoli – anche perché, nel dialogo tra noi, abbiamo verificato che su questa questione stavamo già riflettendo nelle nostre due realtà. Inoltre, l’aconfessionalità di Libera e ReggioNonTace riteniamo sia un valore aggiunto, perché ci consente d’affrontare il tema né in difesa, né con l’intento di demonizzare avversari.

Sarebbe interessante che a quest’incontro, al quale come sempre invitiamo tutti i cittadini reggini, non siano assenti soprattutto i cristiani che si pongono seriamente questa questione e, in particolare, coloro che hanno a cuore la formazione dei più giovani.

Il più delle volte, la riflessione su ‘ndrangheta e religiosità si riduce a porre attenzione su fatti esteriori: a riti, santini e santuari (per cui la religiosità degli ‘ndranghetisti finirebbe per essere una mera deviazione); o alla questione dell’appartenenza alla ‘ndrangheta di uomini (sacerdoti e laici) di chiesa (cosa provata, spesso, ma che riguarda numeri così circoscritti, da non essere superiore ad altre categorie umane); oppure se ne parla in riferimento alla questione del perdono o meno, forse senza specificare se si tratta del perdono cristiano.

Probabilmente, andrebbe anzitutto chiarito se la questione devono porsela solo i cristiani, o deve suscitare la riflessione di uomini e donne di tutte le fedi religiose (e anche qualsiasi uomo e donna degni di questo nome). Ma forse è arrivato anche il tempo per affrontare la questione da un’altra prospettiva, che metta in chiaro i motivi per cui, anche in documenti ufficiali, è stata ribadita più volte la scomunica degli appartenenti alle mafie (dunque, ‘ndrangheta compresa) e quelli che poi non consentono di tradurre la scomunica in atti conseguenti; e soprattutto i motivi per cui si continuano a fare discorsi generici circa il perdono e non si giunge a fare scelte concrete, che sono necessarie, e possibili, a tutti.

Questo sarà il nostro modo d’affrontare la riflessione, coerenti con il ruolo che abbiamo scelto di assumere, che è quello di contribuire a risvegliare le Coscienze, personale e civile. E a partire da qui, riteniamo di poter fare delle proposte concrete grazie anche ad alcune importanti  testimonianze ed al consueto dibattito che chiuderà l’incontro.

Non mancate.

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Author: Cristina

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