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Oltre al danno, la beffa. Non si è ancora spenta l’eco della rete del possibile vantaggio annullata alla Reggio Calabria nella gara del “Saraceno” di Ravanusa contro il Canicattì, che è arrivata la notizia di una pesantissima squalifica.
Come si ricorderà, il match si era acceso nei minuti finali della prima frazione quando il direttore di gara aveva annullato il gol del possibile vantaggio agli amaranto – assolutamente regolare – su colpo di testa di Girasole. Il dubbio dell’errore inescusabile resta forte ed anche se le sviste arbitrali vanno accettate e comprese, i gravi errori “concettuali” commessi, sono su un altro piano.
L’arbitraggio del direttore di gara Muccignato di Pordenone, ha lasciato in dote alla LFA Reggio Calabria non solo l’annullamento di una rete, ai più apparsa regolarissima, ma anche l’espulsione dalla panchina di Martinez con la conseguente mano pesantissima del giudice sportivo – “nimia sanctione” – che ha comminato all’estremo difensore amaranto addirittura quattro giornate di squalifica.
Si legge nelle motivazioni: “Per avere, il giocatore in panchina, rivolto espressione irriguardosa all’indirizzo del direttore di gara, ritardando l’uscita dal terreno di gioco.”
È comunque innegabile che le ultime conduzioni arbitrali “subite” dalla Reggio Calabria – non vuole essere una scusante – abbiano lasciato delle perplessità. Ma se il calcio vuole tornare ad essere uno sport, si deve trovare il modo per far sì che gli spettatori, i calciatori e i dirigenti, non debbano tornare a casa con l’atroce dubbio se gli arbitri siano, o siano stati, all’altezza del compito.
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