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Nel tratto fluviale tra il depuratore comunale e la foce del torrente Oliveto il pericolo si è acuito perché l’alveo è stato ulteriormente innalzato nel corso dei lavori attinenti la costruzione del nuovo polo depurativo. Il torrente Oliveto, se ancora si può definire torrente, è stato violentato dall’uomo.
Il materiale prodotto durante gli interventi costituito da terre e roccia da scavo, tronchi d’albero, grossi massi da cava e quant’altro è stato in parte spianato nell’alveo e in parte posto lungo l’alveo del torrente che in caso di piena trasportato a valle inevitabilmente interesserebbe le unità abitative il ponte stradale, quello ferroviario e le altre infrastrutture pubbliche e private. Poco più a monte del depuratore è impedito il deflusso delle acque.
Nell’alveo fluviale notevolmente innalzato rispetto al piano originario di campagna è stata interrata la tubazione fognaria. Il piano di posa della nuova condotta fognaria è complementare al piano di scorrimento del torrente Oliveto. Non si intravedono opere di nuova regimazione delle acque e pertanto il corpo di rilevato sulla sinistra idraulica del torrente è a rischio erosione, quindi di scalzamento del piano di posa della condotta. In merito la Regione Calabria ha chiesto al Sindaco del Comune di Motta SG di relazionare dettagliatamente e declinava ogni responsabilità civile, amministrativa, penale e contabile derivante da azioni positive o omissive in violazione delle vigenti normative/regolamenti.
Il Sindaco riferiva che è tutto regolare. Non si vuol prendere coscienza che una piena porta via tutto.
Si deve rilevare che nell’ambito di un procedimento promosso da questa associazione sono state riferite all’Autorità Giudiziaria fatti che non corrispondono alla realtà, ovvero che l’Amministrazione comunale ha provveduto alla chiusura dei varchi; che i lavori di messa in sicurezza del Torrente Oliveto sono da poco iniziati e che pertanto non è stato possibile produrre alcuna documentazione. In merito lo scorso 12 dicembre il commissario Straordinario Delegato – A.P.Q. rischio idraulico ci ha comunicato che l’intervento di messa in sicurezza risulta inserito nell’Accordo di Programma del 25/11/2010 siglato tra Ministero Ambiente e Regione Calabria.
Più precisamente rientra nella sistemazione dei corsi d’acqua minori ed è stato richiesto al Ministero dell’Ambiente di convocare un tavolo tecnico per riunirli in un’unica macro area e progettare unitariamente. Ad oggi il Ministero dell’Ambiente non ha convocato il tavolo richiesto che il Commissario si è impegnato a sollecitare.
Si evidenzia che il Dipartimento nazionale della Protezione civile con nota del 18 ottobre 2012 ci ha comunicato che i Servizi che si occupano di rischio idrogeologico e di rischio ambientale hanno più volte interessato il Comune di Motta San Giovanni, la Provincia di Reggio Calabria, la Regione Calabria e, in alcuni casi, la Prefettura –Ufficio territoriale di Governo di Reggio Calabria, la Regione Calabria, le Società Titolari di servizi e i Ministeri competenti negli ambiti relativi alle criticità in essere. Tra le note inviate la più recente, in ordine di tempo, è stata spedita il 18 settembre 2012 , a firma del capo del Dipartimento Franco Gabrielli.
Ciò non basta bisogna che lo Stato imponga a chi di competenza di rimuovere la situazione di rischio. Visto questo vergognoso balletto cui si continuano a rimpallare le responsabilità abbiamo interessato il Ministro dell’Interno, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Calabria Dipartimento Politiche dell’Ambiente, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Il Prefetto, la Polizia Provinciale e l’Autorità Regionale di Bacino. Dopo una fiumana di segnalazioni e di certificazioni mi domando se bisogna attendere la tragedia per intervenire. Nessuno allora potrà dire io non sapevo.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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