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Riceviamo e pubblichiamo:
Le piogge autunnali sono alle porte e non sono state adottate le cautele necessarie onde impedire il ripetersi di situazioni di pericolo che si materializzano con gli incidenti stradali, talvolta determinati dall’allagamento della Ss 106, che risultano numerosi e frequenti. Né si è provveduto a bonificare e mettere in sicurezza il torrente Oliveto che presenta un alto rischio d’inondazione in caso di eventi pluviometrici eccezionali.
Non ci si è adoperati nemmeno per adottare misure idonee per evitare pericoli di allagamento della zona prospiciente le abitazioni poste lato mare della Ss 106 che attraversa la Contrada Oliveto di Lazzaro (da oltre un decennio non si provvede alla pulizia delle cunette di raccolta e di convogliamento delle acque piovane poste lato monte e lato mare nel tratto Bivio stazione Ferroviaria/Torrente Oliveto).
A tal riguardo si deve rilevare che nel piano triennale delle opere pubbliche approvato dal Consiglio Comunale di Motta San Giovanni – febbraio 2011- è stato previsto un intervento nella contrada Oliveto di euro 15.000, 00 per adeguamento sistema smaltimento acque fronte Ss 106. Appare chiaro che con tale somma la problematica non si potrà assolutamente risolvere, in ogni modo tale intervento non risulterebbe inserito tra i lavori di manutenzione delle strade, importo 180.000,00 euro, che come portato a conoscenza della cittadinanza dall’assessore alla viabilità a breve partiranno.
Il perdurare della deliberata inerzia degli Enti competenti ad intervenire ci ha costretto a interessare nuovamente l’intera Giunta Comunale di Motta SG, il Capo Gruppo di minoranza e la Commissione ambiente del Comune di Motta SG, il Presidente della regione Calabria e il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, ANAS, RFI e altre Istituzioni e autorità locali e Centrali dello Stato.
Alle predette Istituzioni è stato ancora una volta evidenziato che nel mese di dicembre 2007 i funzionari del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile certificavano, tra l’altro, potenziali pericoli per la collettività dovuti non tanto alla tracimazione delle acque in prossimità del ponte stradale Ss 106 con possibile interessamento dello stesso, ma alle infrastrutture ivi presenti, tra cui le abitazioni poste lungo gli argini in prossimità della foce, nonché il possibile pericolo per l’incolumità di coloro che attraversano i varchi aperti.
Gli stessi funzionari certificavano la demolizione del muro d’argine sinistro evidenziando la gravità della situazione in prossimità della foce, meglio identificata nei pressi del ponte stradale Ss 106 verso valle, in quanto in caso di piena del torrente non si escludeva anche la possibile deviazione della portata idrica verso il varco, tutta la zona circostante potrebbe essere interessata da allagamenti che inevitabilmente coinvolgerebbero la viabilità, insediamenti abitativi e terreni agricoli. Tale situazione di potenziale pericolo è stata riscontrata anche dai Vigili del Fuoco in data 16.11.2010, che hanno attivato a mezzo fax il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni, notiziando il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria.
I funzionari della protezione civile ritenevano necessario ed urgente la realizzazione di alcune opere mirate, ricorrendo ove possibile anche con la modalità di somma urgenza e chiedevano al Sindaco di valutare la possibilità di chiudere i varchi in prossimità del torrente.
Si pone in risalto che eventuale deviazione della portata idrica verso il varco, a seguito della demolizione di gran porzione di muro d’argine sx andrebbe, tra l’altro, a sbattere contro il muro ferroviario lato mare della via Scalpellini ex via Comunale (confine con il torrente) e le acque di ritorno interesserebbero soprattutto le persone e i mezzi eventualmente presenti in quel momento sul luogo. Tale deviazione idrica interesserebbe anche la parallela via Provinciale ove a pochi metri dal torrente sono in corso degli interventi edilizi, il ponte Ferroviario e il ponte stradale.
Si richiama alla memoria la tragedia del camping “Le Giare” di Soverato l’omonimo camping dove morirono tredici persone travolte dalla furia del torrente Beltrame, avvenuta nel 2000 che si può ben definire un disastro annunciato.
E’ bene evidenziare la problematica idraulico ambientale che interessa il ponte stradale dell’Oliveto, sottolineando che si è formato un nuovo alveo fluviale e la quota di sottotrave del ponte stradale è di metri uno e venti centimetri circa, un tempo tale distanza era di oltre quattro metri. Un dato che fa molto riflettere, che evidenzia il rischio per l’ incolumità pubblica e per la stessa struttura in caso di piena del torrente.
I funzionari della Protezione Civile in sede di successivo sopralluogo del 5.11.2009 hanno certificato che nella cartografia PAI, in corrispondenza della foce si evidenzia il verificarsi in passato di gravi danni (banca dati AVI). Senza andare tanto lontano nel tempo, ovvero all’alluvione verificatesi il 27 ottobre 1953 che causò gravi danni anche alle opere pubbliche presenti nel torrente Oliveto, ci riportiamo all’alluvione degli anni 1970 e al nubifragio del 1996 che causarono ingentissimi danni a beni pubblici e privati nell’intero territorio comunale mettendo a serio repentaglio l’incolumità degli abitanti del Centro e delle Frazioni, come accertato dall’Ufficio tecnico del Comune di Motta SG. Tali eventi pluviometrici hanno recato danni anche alla via vecchia provinciale nel tratto che attraversa i torrenti San Vincenzo, OLIVETO e Ferrina per il crollo delle gabbionate che sostenevano la sede viaria.
A seguito di un recente sopralluogo alla foce del torrente Oliveto disposto dal Capo del Dipartimento Nazionale della protezione civile, dott. Franco Gabrielli, sono stati confermati potenziali pericoli per la pubblica e privata incolumità le cui cause sono riconducibili ad una situazione di rischio idrogeologico. In merito al perdurare della condizione di pericolo il Dipartimento Nazionale di protezione Civile ha nuovamente sollecitato la Regione Calabria e il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni affinché venissero intraprese le iniziative e gli interventi ritenuti opportuni per la tutela della pubblica e privata incolumità.
Sebbene sia stata riconosciuta l’urgenza di intervenire nulla è stato fatto ed è stata tollerata tale inerzia. I varchi vanno chiusi perché determinano un costante pericolo per l’incolumità pubblica. Eventualmente per consentire l’attraversamento del torrente, qualora si ritenesse necessario, a nostro avviso la soluzione potrebbe essere quella di costruire una strada sopraelevata che attraversa il fiume come recentemente è stato fatto a qualche chilometro in località Stinò di Saline Ioniche del Comune di Montebello Jonico. Non si comprende perché nel Comune di Motta SG nulla si fa, eppure le risorse non mancano. Forse mancano le idee.
Un giorno o l’altro, un torrente caricato dagli acquazzoni scenderà dai monti al litorale per riprendersi ciò che gli appartiene. Non possiamo aspettare che sia la natura a provvedere, perché quando ciò accade è tardi e allora l’uomo piangerà.
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto” rappresentato da Vincenzo Crea
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