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Riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni gli Organi di Informazione hanno divulgato l’attività di monitoraggio marino-costiero nonché il controllo della balneabilità delle coste svolta dall’A.R.P.A.CALABRIA. In un articolo apparso sulla Gazzetta del Sud in data 5 luglio 2011 a pagina 35 si afferma , tra l’altro che dalle analisi eseguite dall’ARPACAL tra aprile e giugno nelle acque di mare antistanti il “Lido Sogno”, la foce del torrente San Vincenzo, il ristorante Faro e a Riace Capo, la prefata Agenzia ha classificato che la qualità delle acque di balneazione è “eccellente”. Quasi tutto il litorale che va da Fornace a Riace compresi però quei tratti di mare interessati dagli scarichi dei depuratori.
I conti ancora una volta non tornano. Solo in pochi, e chi non è a conoscenza degli scarichi, possono credere che il tratto di mare da Fornace a Riace sia tutto balneabile.
Preliminarmente va chiarito a quale anno tali dati si riferiscono poiché come riportato da “il quotidiano della Calabria” in data 1 luglio 2011 a pagina 12 dal titolo “a Reggio l’agenzia illustra i dati, ma sono relativi alla scorsa estate . Il mare è limpido, nel 2010”. I risultati dell’ARPACAL risalirebbero al 30 settembre 2010 e cosa sia accaduto da allora non si sa. Ed è appunto sull’anno, quello passato, che l’Arpacal alla sala Campanella di Reggio Calabria ha fatto il punto, come riportato da “il Quotidiano della Calabria”, della situazione al “Forum della balneazione in Calabria” giunto alla sua IV edizione”””.
Qualcuno deve chiarire queste gravi contraddizioni, le notizie vanno riscontrate qualunque sia la provenienza. Perché in caso di notizie contraddittorie il giornalista non si reca sul posto e prende direttamente visione dello stato dei luoghi? La presenza del fenomeno inquinante è percepibile “ictu oculi”. Non comprendiamo perché si vuol negare l’evidenza facendo credere a tutti costi che il mare di Lazzaro è balneabile o che nel territorio di Lazzaro altre evidenti ed inconfutabili problematiche ambientali non esistono. Quali interessi si vogliono tutelare?
Con riferimento agli scarichi di acque inquinanti dei depuratori comunali di Lazzaro dobbiamo dire che sin dai primi mesi dell’anno, in particolare in data 13 e 29 gennaio, 4 marzo, 3 e 17 aprile, 4, 15, 22, 31 maggio, 2,15,24 giugno 2011 lo scrivente comitato ha provveduto, visto l’aggravarsi della situazione igienico sanitaria ad integrare le precedenti segnalazioni inoltrate ad alcune Istituzioni Centrali dello Stato riguardanti l’inquinamento di tratti di mare.
In effetti, il persistere degli scarichi a cielo aperto di acque fognarie inquinanti alle foce dei Torrenti Oliveto, San Vincenzo e Ferrina a pochi metri dal “Lido Sogno” ci ha costretti a richiedere il tempestivo intervento degli Enti locali competenti, tra cui il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Reggio Calabria, la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, la direzione scientifica dell’ARPACAL di Catanzaro e il Dipartimento ARPACAL di Reggio Calabria evidenziando Loro, fra l’altro, che in località Ferrina la situazione si era decisamente aggravata anche perché il liquami fognari che sistematicamente fuoriuscivano dalle pompe di sollevamento giungevano sulla spiaggia e si miscelavano con le acque marine presenti in un pseudo porticciolo ove vi risiedevano senza alcuna possibilità di auto depurazione, le cui sostanze inquinanti determinavano il mutamento del colore delle acque del mare, trasformando in varie occasioni il porticciolo in un lago di color rossastro.
Non si escludeva tra l’altro la presenza di percolato o comunque di altre sostanze inquinanti nei liquami fognari e si sottolineava la necessità di eseguire delle analisi per individuare la tipologia dei liquami e risalire alla fonte inquinante.
La situazione alla foce del torrente Oliveto e San Vincenzo oggi non è migliorata, anzi il pericolo per la salute pubblica si è acuito. I miasmi emessi nell’atmosfera soprattutto nelle ore serali, con particolare riferimento in località San Vincenzo rendono l’aria irrespirabile. I bagnanti continuano a farsi i bagni a qualche metro dalla fogna, tant’è che in data 6 luglio siamo stati costretti a richiedere a mezzo telegramma l’intervento del Presidente dell’A.R.P.A.CAL. Marisa Fagà, del Direttore dell’ASL di Reggio Calabria e del Ministro della Salute.
Ricordiamo che tempo addietro molti bagnanti, come riportato dai telegiornali regionali e locali, sono stati colpiti da infezioni dermatologiche e gastroenteriti.
Alla luce dei fatti ci sembra legittimo affermare che non c’è trasparenza e che alcune istituzioni sono poco affidabili. Dobbiamo ricordare che sul sito del Ministero della Salute si legge, tra l’altro, che “le potenziali fonti di inquinamento per un’acqua di balneazione possono essere molteplici e possono comportare rischi per la salute dei bagnanti, a causa dell’immissione nell’ambiente di inquinanti di tipo chimico e microbiologico. In generale, le fonti sulla terraferma responsabili dell’inquinamento delle acque di balneazione sono principalmente rappresentate da liquami non depurati, scarichi industriali e acque di dilavamento di suoli agricoli.
Il rischio per i bagnanti causato da una fonte di contaminazione può variare in relazione alle caratteristiche idrologiche del bacino drenante; generalmente la presenza di una foce di un fiume di vasta portata in prossimità di un’area adibita alla balneazione può rappresentare un potenziale rischio per i bagnanti, in rapporto al carico di inquinanti che viene veicolato da quel determinato corso d’acqua””.
A riguardo, fra l’altro, si registrano già i primi casi di patologie gastro-intestinali, soprattutto fra i bambini; ovviamente non abbiamo i mezzi e le risultanze di analisi, per affermare che ciò sia direttamente legato agli scarichi in mare, ma evidenziamo la coincidenza e, con l’occasione, richiediamo controlli molto più severi ed approfonditi.
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto” rappresentato da Vincenzo Crea
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