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Riceviamo e pubblichiamo:
E’ apprezzabile e va dato merito che il neo eletto presidente della Provincia, dott. Giuseppe RAFFA, prenda personalmente atto delle problematiche che interessano i cittadini e l’ambiente. Ma sarebbe indispensabile che si tenesse conto dei risultati ottenuti nel corso degli anni e valutare se sia opportuno insistere con gli stessi lavori o effettuare degli studi che possano dare maggiore risultati.
Siamo consapevoli che la spiaggia di un tempo non ritornerà più, ma non ci si può illudere sostenendo che gli interventi fino ad oggi eseguiti abbiano (in proporzione poi al denaro speso) raggiunto gli obiettivi prefissati.
I componenti dello scrivente comitato vogliono ricordare fra i tanti infruttuosi interventi che nel mese di agosto 2004 sulla spiaggia di Lazzaro per alcuni giorni una motonave prelevava presso il porto di Saline della sabbia e la depositava nel mare lato Sud del torrente San Vincenzo in zone dove la profondità superava anche i tre metri. L’infruttuoso risultato è sotto gli occhi di tutti.
Analoga operazione e con lo stesso risultato fu effettuata a fine estate 2001 spendendo oltre 100 milioni di lire, per trasportare con camion e depositare notevoli cumuli di sabbia sulla battigia di fronte al ristorante la “Castelluccia” e le prime mareggiate hanno portato via la sabbia e con essa il denaro pubblico utilizzato.
E’ buona norma quando si sollevano delle critiche proporre suggerimenti utili e soluzioni alternative. Ma come ben si sa la problematica riveste carattere squisitamente tecnico perciò esula dalle competenze dello scrivente Comitato. Comunque più volte abbiamo evidenziato dimostrando con documentazione fotografica e video anche alle Istituzioni Centrali dello Stato che gli interventi a protezione del litorale di Lazzaro, sin dall’inizio apparivano non risolutivi e le opere realizzate in alcuni tratti avevano propagato l’erosione nei litorali limitrofi, lato Nord, creando così le condizioni per una loro successiva difesa.
In considerazione che in alcuni tratti della zona costiera oggetto d’intervento, (località Oliveto/Ferrina), il fondale è sabbioso e profondo ed è interessato da forti correnti, chiedevamo se le tecniche scelte per la protezione delle infrastrutture e per il ripascimento della spiaggia fossero quelle idonee e se fossero stati effettuati specifici studi delle correnti marine e dei fenomeni dominanti nelle aree costiere.
In considerazione dei risultati, a nostro avviso non soddisfacenti, ottenuti, tenuto conto del denaro pubblico che si continua a utilizzare, domandiamo se: 1) il Genio Civile delle Opere Marittime di Reggio Calabria, al quale va riconosciuta l’elevata e indiscussa preparazione, sia l’Organo Tecnico qualificato nello specifico Settore atteso che l’intervento richiederebbe, secondo noi, particolari studi sul mare, costose attrezzature e fondi, oppure per la progettazione delle opere sarebbe più opportuno interpellare professionisti nel settore dell’architettura naturalistica e docenti universitari; 2) se in fase di progettazione sia stato tenuto conto di quanto indicato dal prof. Paolo Boccotti, ordinario di Costruzioni marittime all’ ateneo reggino, di rinomata esperienza internazionale nel settore dell’Ingegneria marittima, e dall’Ing. Giuseppe Arena, che risulterebbero essere stati a suo tempo interpellati per la progettazione delle opere di protezione costiera.
In conclusione sarebbe il caso che gli Enti competenti assicurassero la popolazione sulla gestione corretta del bene spiaggia e la difesa dei litorali sul fenomeno dell’erosione. Specificassero gli interventi di difesa che nel tempo si sono succeduti sul territorio e, confrontando i rilievi relativi a periodi di tempo diversi tenendo conto dei cambiamenti della linea di riva influenzati della messa in opera delle difese artificiali, dimostrassero l’efficacia delle opere e/o i problemi che esse hanno creato, dando prova che tale tipo d’intervento tecnicamente sia compatibile con le caratteristiche del nostro litorale e non sarà fonte di ulteriori problematiche che condizioneranno molto lo sviluppo turistico della costa.
Non è sufficiente eseguire dei sopralluoghi e poi informare la popolazione soltanto attraverso gli Organi di Informazione asserendo “sic et simpliciter” che le opere hanno retto bene alle (ordinarie) mareggiate.
Ma quando finiranno questi interventi?
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto” rappresentato da Vincenzo Crea
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