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Riceviamo e pubblichiamo:
Segue la segnalazione relativa alla sentenza del Giudice di pace di Gallina concernente il canone depurazione:
Il Presidente dell’Associazione Nazionale di Ispirazione Cattolica per i Diritti di Cittadinanza (ANCADIC), avvocato Francesco NUCARA, che egregiamente rappresenta e tutela anche i diritti e gli interessi dello scrivente Comitato, ci ha comunicato che il Giudice di Pace di Gallina si è pronunciato definitivamente sulle prime due cause civili condannando il Comune di Motta San Giovanni, in persona del legale rappresentante, a rimborsare quanto versato dai due ricorrenti a titolo di canone di depurazione acqua e con sentenza, passata in giudicato ha condannato la prefata Amministrazione comunale al pagamento delle spese e delle competenze del giudizio liquidate complessivamente in euro 780,00.
C’è da dire che questo Comitato e numerosi cittadini di Motta e Lazzaro hanno convenuto in giudizio il Comune di Motta San Giovanni, al fine di ottenere il rimborso di quanto versato a titolo di canone per depurazione, soltanto dopo avere constatato che l’Amministrazione comunale non ha recepito l’invito dagli stessi rivolto ad ottemperare a quanto disposto dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 335 del 08.10.08 (in G.Uff del 15.10.08), che in sostanza ha sancito, nei Comuni dove risulta mancante o non funzionante il depuratore delle acque reflue, il gestore del servizio idrico non potrà più inserire sulle bollette l’importo corrispondente al servizio di depurazione, perciò l’amministrazione comunale non ha diritto di esigere il canone sullo smaltimento delle acque reflue, inoltre deve restituire le tasse già impropriamente richieste e versate dai cittadini.
Infatti, sebbene i depuratori dell’Oliveto, di San Vincenzo di Lazzaro e di Motta Castelli ancora oggi non depurano come dovrebbero, il Comune di Motta San Giovanni pur consapevole di tale inefficienza, ha continuato a richiedere indebitamente ai cittadini il canone/tariffa di depurazione, malgrado quanto dichiarato dalla Corte Costituzionale.
Sebbene, come già detto, ai soggetti gestori non è consentito applicare in fatturazione la tariffa di depurazione agli utenti che ricadono nell’ambito di applicazione della sentenza C.C. 335/2008 nonché del D.M. del 30/09/09, trattandosi altrimenti di prelievo illegittimo, anche quest’anno numerosi cittadini lamentano che nelle recenti fatture ricevute per la fornitura di acqua periodo dal 01/2009 al 12/2009, tra i costi indicati è stata determinata anche la tariffa relativa al canone depurazione. E’ stata altresì rimarcata, ancora una volta, al rappresentante dello scrivente comitato una disparità di trattamento tra i cittadini di Lazzaro poiché, per alcuni utenti l’Amministrazione comunale ha provveduto ad eliminare dalle ultime bollette inviate la tariffa non dovuta.
Alla luce delle prime sentenze del Giudice di Pace di Gallina, invitiamo ancora una volta l’Amministrazione Comunale a voler annullare le bollette che contengono la tariffa non dovuta, rideterminando i costi e provvedendo alla restituzione di quanto indebitamente percepito, per quanto riguarda la tariffa depurazione.
Inoltre, atteso le numerose cause civili pendenti presso il Giudice di Pace di Gallina presentati dallo scrivente comitato, tramite l’Associazione Nazionale di Ispirazione Cattolica per i Diritti di Cittadinanza (ANCADIC), e da un cospicuo numero di cittadini di Lazzaro tendenti ad ottenere il rimborso di quanto versato a titolo depurazione acqua, nonché il riconoscimento del danno esistenziale arrecato dal mal funzionamento dei depuratori presenti sul territorio di Lazzaro, sarebbe a nostro avviso opportuno, visto come stanno le cose, applicare la diligenza del buon padre di famiglia ovvero mettere a norma i depuratori in questione ed evitare di affrontare inutili vertenze giudiziarie che comporterebbero soltanto impiego di denaro pubblico che aggraverebbe la deficitaria situazione economica in cui si trova il Comune di Motta San Giovanni.
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto” Rappresentato da Vincenzo Crea
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