Lazzaro (RC), “Acque balneabili e potabili e spiaggia da SOGNO” per abbindolare il turista.

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Scarico Torrente Ferrina

Continua l’emergenza ambientale e sanitaria a Lazzaro. Tuttavia le competenti Autorità Locali non adottano sostanziali provvedimenti a tutela della salute dei cittadini. In particolare l’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni non solo non interviene, ma addirittura nega l’evidenza. E’ necessario che le Istituzioni Centrali dello Stato intervengano a tutela della salute pubblica.

Nel confermare il persistere degli scarichi sulla battigia e nel mare alla foce dei torrenti Oliveto, San Vincenzo, Saetta e Ferrina, si deve segnalare l’ennesimo notevole  scarico di acque non depurate che sistematicamente accade alla foce del torrente Ferrina, a pochi metri dalla stazione di pompaggio delle acque reflue e dal mare che aggrava e peggiora la già triste situazione igienico sanitaria nel territorio di Lazzaro.

Infatti, le acque di scarico nere, dense e puzzolente sgorgano da un pozzetto fognario, lasciato aperto per evitare che la forza delle acque sollevi il coperchio dei vicini pozzetti (come più volte successo) e i liquami invadino le abitazioni e una struttura balneare poste a quota inferiore, e incanalate in una cunetta a cielo aperto giungono a mare ove risiedono.

Accanto al pozzetto vi è una tubazione che non si esclude possa convogliare acqua per uso umano, e che nella stessa possano verificarsi delle infiltrazioni di liquami, atteso che il punto di congiunzione a vite è adiacente al pozzetto. Sarebbe grave, qualora si trattasse effettivamente di condotta idrica, che nessuno degli intervenuti ne abbia notata la presenza, o ancor peggio abbia fatto finta di non vedere.

Ciò non ci scandalizza poiché per gli Enti locali competenti è normale che le condotte che erogano acqua alla popolazione attraversino siti inquinati, anzi gli stessi Enti ne rilascino le relative autorizzazioni per la posizione.

Dopo lo scarico dello scorso 9 settembre, avvenuto nella precitata località Ferrina, durante il quale su richiesta del titolare dell’attività commerciale, è intervenuto il Vice Sindaco con delega all’Ambiente, domenica 3 ottobre si è registrato un ulteriore sconcertante scarico di acque nere inquinanti e nauseabonde che ha costretto alcuni componenti lo scrivente comitato, intorno alle ore otto del giorno successivo, a inoltrare telefonicamente segnalazione alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria. Di quest’ultimo scarico ha preso direttamente atto la polizia municipale di Motta San Giovanni in data 4 ottobre. Tuttavia fino al giorno successivo 5 ottobre le pestilenziali acque nere hanno continuato a scaricare tranquillamente nel mare. Mentre i liquami che sorgano da un tombino fognario posto nel torrente San Vincenzo a meno di cento metri dal ponte stradale, da oltre dieci giorni tranquillamente percorrono l’alveo fluviale.

Con riferimento alle operazioni di campionamento delle  acque di scarico del depuratore comunale effettuate da Goletta verde lo scorso 9 luglio alla foce del torrente San Vincenzo si deve sottolineare che dalle foto inviate da Goletta Verde si evince con certezza che il prelievo è stato eseguito nel punto ove scarica il depuratore comunale. Scarico ampiamente e ripetutamente documentato dalla scrivente associazione e non come l’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni vuol far credere ovvero che il prelievo si riferisce ad un tubo posto a 300 mt, lato nord, del lungomare Cicerone di Lazzaro, condotta oggetto di rottura proprio in concomitanza del prelievo in trattazione.

Tale scarico, pochi mesi addietro, è stato oggetto di sopralluogo da parte del personale del Comando Carabinieri Tutela dell’Ambiente -NOE di Reggio Calabria, eseguito alla presenza dello scrivente responsabile del Comitato Oliveto.

Quest’ associazione si domanda come potrà essere balneabile il tratto di costa in questione compreso tra la località  Capo D’Armi e il Torrente Ferrina, se in quel tratto scaricano a cielo aperto, i depuratori di San Vincenzo, dell’Oliveto, una tubazione posta alla foce del torrente Saetta e quella posta alla foce del torrente Ferrina che scaricano a cielo aperto su quel poco di spiaggia rimasta, i liquami che sgorgano dal pozzetto fognario posto sul lungomare Cicerone “ex Castelluccia”, e quelle che sgorgano da una canaletta incastonata nel muro del precitato lungomare di fronte al numero civico 68, pompa sollevamento posta nell’area Camping Capo d’Armi. Scarichi tutti da noi documentati con foto e video.

Riteniamo comunque che chiunque rivesta un ruolo Istituzionale non deve credere di poter dire ciò  che vuole senza rendersi conto che per parlare bisogna prima documentarsi. Anche perché qualora le affermazioni non fossero veritiere, potrebbe venir meno la fiducia dei cittadini negli Organi Istituzionali rappresentati.

In ogni modo si chiede alle Autorità competenti di voler disporre gli accertamenti per verificare dove scarica il depuratore di San Vincenzo e il possesso della prescritta autorizzazione allo scarico, di verificare le responsabilità di coloro che durante la realizzazione dei frangiflutti hanno nascosto lo scarico in argomento.

E’ bene rilevare che sin dal 2004 il signor Cozzucoli Antonino, rappresentante di altra associazione spontanea presente sul territorio lazzarese, (deceduto lo scorso anno) aveva ripetutamente denunciato anche alle istituzioni Centrali dello Stato, alcune delle quali in indirizzo, delle presunte violazioni delle leggi ambientali sul demanio marittimo di Lazzaro. A corredo delle denunce presentate è stata prodotta della documentazione fotografica e video, dalla quale ben si potrà evincere anche la condotta di scarico del depuratore di San Vincenzo, ancor prima che fosse modificata ed occultata tra i massi.

A seguito di tali segnalazioni il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare-Direzione per la Protezione della Natura ha attivato la Direzione Marittima di Reggio Calabria per le indagini del caso. E in seguito giacché le presunte inosservanze ancor meglio circostanziate nei successivi esposti da parte del signor Cozzucoli Antonino riguardavano scarichi di acque non depurate, discariche abusive, funzionamento impianti di depurazioni, il predetto Ministero interessava la Direzione Generale per la qualità della Vita alla Sede, trasmettendo a quest’ultima il carteggio relativo, con preghiera di provvedere in merito e di comunicare l’esito al denunciante Signor Cozzucoli Antonino.

Per quanto a conoscenza della scrivente associazione, che aveva aderito all’invio delle precitate denunce, non risultano comunicazioni circa l’esito degli accertamenti.

Riteniamo che con questo cocktail micidiale di veleni versato nel mare, con  queste condizioni  di degrado in cui versa il litorale di Lazzaro, qualora  si dovessero ottenere le ambite “bandiere blu” di Goletta Verde, in tal caso la persona incaricata ad assegnare tale massimo riconoscimento sarebbe sicuramente  una persona daltonica.

Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”

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Author: Consuelo

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