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Preso atto del provvedimento di sequestro dei depuratori comunali e tenuto conto delle dichiarazioni dell’Amministrazione comunale sull’avvenuta riattivazione degli impianti, si rappresenta che perdura la grave situazione igienico sanitaria e danneggiamento delle acque marine alla foce del Torrente Saetta di Lazzaro Centro.
Da alcuni anni, da una tubazione interrata posta alla foce del torrente Saetta a qualche metro dall’arenile marittimo e dalle pompe di sollevamento sgorgano acque fognarie non depurate che si riversano su quel poco di spiaggia rimasta a seguito dell’erosione costiera e formato un laghetto contro i frangiflutti in parte sfociano a mare. Nello specchio di mare antistante lo scarico vengono sistematicamente calate le reti da pesca e esercitata attività di pesca dilettantistica.
Durante il periodo della balneazione lo scarico viene ricoperto con delle pietre e della terra. Urge emissione provvedimenti necessari e improcrastinabili finalizzati alla risoluzione delle cause eliminando gli effetti sull’ambiente e quindi la Salute. Tale scarico è stato nel corso degli anni oggetto di numerose segnalazioni, tutte corredate da documentazione fotografica e video. In data 22 settembre 2011 si rinnovava la richiesta di un urgente intervento risolutore evidenziando che se una fogna scoppia e non viene riparata con immediatezza, dicono alcuni medici, si possono provocare delle infezioni ai cittadini.
Ciò nonostante l’inquinamento continua. Prendiamo atto che il Comune di Motta San Giovanni ha informato la popolazione di aver riattivato i tre depuratori posti sotto sequestro, ma rileviamo che con tale terminologia si conferma soltanto che i depuratori erano fermi e oggi sono stati messi in funzione, ma non si certifica l’avvenuta messa a norma degli impianti.
Vale la pena ricordare che per quanto riguarda il depuratore dell’Oliveto il Commissario pro tempore delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Calabria nel mese di settembre 2003 informava che l’impianto non è in condizioni strutturali di essere portato ad una qualità depurativa corrispondente ai parametri di legge in vigore. Tutto il resto è aria fritta.
In ogni modo, attendiamo, mentre l’Ente preposto continua a giocare con la salute dei cittadini e a prendere in giro la popolazione con informazioni allo stato dei fatti non del tutto corrispondenti alla realtà, che venga prodotto il certificato di collaudo delle opere eseguite e l’avvenuto dissequestro degli impianti. La popolazione deve essere informata attraverso dati certi. Anche se si è di fronte a dichiarazioni rilasciate da figure istituzionali degne di fede, quanto si afferma deve essere sempre e comunque comprovato da inconfutabile documentazione. Sulla problematica in questione è stata inoltrata segnalazione alla Capitaneria di Porto e al Dipartimento provinciale dell’ARPACAL di Reggio Calabria.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus e responsabile del comitato spontaneo torrente Oliveto
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