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Il Consiglio dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova esprime piena solidarietà alle organizzazioni del “terzo settore” e desidera confermare il sostegno convinto dell’intera associazione a tutti gli sforzi che in questi giorni si stanno producendo per evitare il rischio della chiusura delle preziosissime esperienze di servizio del mondo privato-sociale; esse hanno consentito a tanti cittadini di Reggio Calabria di trovare braccia accoglienti e disponibili ad accompagnarli nel momento della debolezza e della fragilità.
L’Azione Cattolica non ignora le gravissime difficoltà economiche che affliggono l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria, ma ritiene che i poveri, gli ultimi, coloro che non hanno voce e strumenti per imporre il loro punto di vista, debbano essere al primo posto nelle attenzioni di coloro che – a qualsiasi livello – hanno scelto di impegnarsi per il bene della comunità, attraverso quella che Paolo VI, parlando della “politica”, ha definito “la più alta forma di carità”.
Per tali motivi il Consiglio diocesano dell’Azione Cattolica di Reggio Calabria – Bova chiede che tutte le Istituzioni Pubbliche coinvolte trovino, in tempi brevissimi, le soluzioni che consentano alle organizzazioni di ricevere il pagamento di quanto loro spettante così da ripristinare la piena operatività dei servizi e da corrispondere ai loro dipendenti le retribuzioni arretrate. Non può la Città ignorare che tanti lavoratori, pur essendo privi di stipendio da molti mesi, hanno scelto di non abbandonare la loro opera, prestata in favore di uomini e di donne.
La necessità di far “quadrare il bilancio” non può mai consentire che si tiri una “riga dritta” per cancellare i volti di uomini, donne, bambini, lavoratori che non hanno mezzi per far avvertire alla collettività le conseguenze della loro protesta.
I diritti dei deboli non sono diritti deboli!
Ogni strada deve essere percorsa, ogni sforzo deve essere condotto sino in fondo per scongiurare una volta per tutte il pericolo che l’arida legge dei numeri possa spegnere il sorriso e la speranza di coloro che nell’azione del cosiddetto “terzo settore” hanno trovato motivo e occasione per vivere una vita piena e dignitosa.
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