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L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), attraverso la struttura tecnica del Dipartimento provinciale di Reggio Calabria, è pronta ad indagare per verificare se quanto riferito nei giorni scorsi dalla stampa nazionale e locale corrisponda ad un pericolo concreto per l’ambiente e la popolazione del comune di Mammola.
All’indomani della notizia pubblicata sul quotidiano nazionale La Stampa, infatti, il Presidente dell’Arpacal, Prof.ssa Marisa Fagà, ha preso subito contatti con il Prefetto di Reggio Calabria, S.E. Dott. Luigi Varratta, per garantire l’impegno dell’agenzia ambientale calabrese in tutte le possibili attività di indagine al fine di verificare, appunto, la presenza di fattori inquinanti nel comune di Mammola. Il Commissario dell’Arpacal, Dr.ssa Sabrina Santagati, ha, invece, subito attivato le procedure interne perché i tecnici di tutti i dipartimenti, ed in particolar modo quelli di Reggio Calabria, fossero subito operativi per l’indagine ambientale conoscitiva sul territorio oggetto delle notizie di stampa.
Una volta attivata la macchina organizzativa, quindi, il direttore del dipartimento provinciale Arpacal di Reggio Calabria, Dr.ssa Angela Maria Diano, ha comunicato questa mattina al sindaco di Mammola, Arch. Antonio Longo, la disponibilità ad avviare le indagini “affinché – scrive il direttore del Dipartimento reggino Arpacal – vengano dissipati eventuali dubbi sulla radioattività presente sul territorio. Occorre precisare che, al fine di predisporre un piano di monitoraggio, dovranno essere acquisite indicazioni sufficientemente attendibili ed informazioni essenziali per le scelte dei siti da monitorare”.
“Si fa presente che l’Arpacal – ha proseguito Diano nella comunicazione inviata al Sindaco di Mammola – attraverso le proprie strutture e i propri servizi laboratoristici è presente sul territorio attivamente ed è in grado di evidenziare precocemente fenomeni di inquinamento e situazioni di allerta sanitario.
Nel Dipartimento Provinciale di Reggio Calabria opera il Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti (CRRX) la cui attività risponde a quanto richiesto dalla direttiva europea 473/2000 “sull’applicazione dell’articolo 36 del trattato Euratom riguardante il controllo del grado di radioattività ambientale allo scopo di determinare l’esposizione dell’insieme della popolazione”. Ai sensi degli art. 35 e 36 del trattato EURATOM, gli stati europei devono garantire un monitoraggio in continuo della radioattività in aria, acqua e suolo e trasmettere tali dati periodicamente alla Commissione Europea”.
“Il Laboratorio Fisico – continua Diano – fa parte della rete di sorveglianza RESORAD (Rete di Sorveglianza della RADioattività) attiva su tutta la rete regionale che garantisce il controllo della radioattività sia ambientale che alimentare mediante stazioni fisse di rilevamento della radioattività da rischi dovuti a possibili emergenze su vasta scala per episodi sia esterni ai confini regionali che ai confini nazionali.
Un’attività aggiuntiva, per il rilevamento di radionuclidi artificiali e naturali nei vari comparti ambientali, è stata elaborata, unitamente al Servizio Veterinario (Area “C”) dell’ A.S.P. di Reggio Calabria, che prevede il monitoraggio della radioattività alimentare e ambientale attraverso i cosiddetti “punti sentinella”, aziende ubicate nel territorio provinciale con produzioni zootecniche ed ittiche, caratteristiche della zona con matrici più rappresentative delle principali vie di trasferimento della radioattività dall´ambiente all´uomo (miele, latte, pesce, verdura, ecc.)”.
“Il sistema di allerta operante nella nostra regione, associato alla strumentazione specialistica e alla professionalità degli operatori – conclude Diano nella missiva inviata al Sindaco di Mammola – sono una garanzia di serietà e impegno dell’Arpacal a servizio dei cittadini e delle Amministrazioni locali”.
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