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“Ho letto con molto interesse, su alcuni media locali, i passaggi del Suo intervento al recente Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Come presidente di un’associazione di volontariato da più di 20 anni, ma soprattutto come presidente regionale dell’ANPAS Calabria, che come ben saprà è il più grande movimento nazionale di volontariato, tengo a sottolineare che condivido pienamente l’osservazione fatta sulla crisi di identità di questo delicato settore.
A mio avviso il mutamento improvviso di questo importante segmento della società civile è cominciato innanzitutto con la nascita degli obiettori di coscienza e, di seguito, con la creazione del cosiddetto Servizio Civile. In particolare, con l’assegnazione di molti giovani ad enti ed associazioni varie che nulla hanno in comune con il mondo del volontariato, utilizzando parametri di selezione spesso discutibili, se non incongruenti, per la formazione dei ragazzi “al rispetto del diritto altrui”.
Le associazioni di volontariato, per poter erogare servizi senza alcun compenso a chi vive in uno stato di bisogno, spesso necessitano del dono del tempo libero dei militi e di ovvie risorse materiali (mezzi, materiali di consumo vario, ecc.), elementi imprescindibili che sempre più difficilmente si riescono a reperire.
L’utilizzo del mondo di volontariato a “rimborso spese” è di grande aiuto per gli Enti (ASP, Aziende Ospedaliere, Comuni, ecc.), che hanno risorse economiche sempre più scarse. Ma il volontariato puro, che vive sempre in stato di sofferenza economica, anche quando non ha le forze o le capacità per farlo, continua comunque ad erogare i servizi previsti dal proprio statuto, nel rispetto di quelle regole che governano e regolano il mondo del cosiddetto Terzo Settore.
In questi giorni, la Regione Calabria sta per approvare la nuova Legge sul Volontariato, rivolgendo una particolare attenzione alle Reti di volontariato, specie per la stipula di convezioni con gli enti locali. Guardo a questa iniziativa con molto favore, perché con le Reti si avrebbe un maggior controllo delle attività delle varie associazioni, dei loro bilanci, nonché della loro partecipazione alle varie emergenze regionali, nazionali ed estere.
Così facendo, infatti, solo le associazioni riconosciute avrebbero i titoli per essere iscritte negli elenchi provinciali, regionali e del CSV, escludendo così tutte quelle pseudo associazioni che sostano con le proprie ambulanze dinanzi all’ingresso degli ospedali, mentre i loro “dipendenti“ girano indisturbati nei vari reparti alla ricerca di facili affari. Intervenga anche Lei, con la sua autorità e i suoi uffici, per sensibilizzare le istituzioni locali e nazionali ad un maggior controllo di un ambito delicato quanto fondamentale per la società civile che ha necessità di essere fortemente tutelato”.
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