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Chi scrive non è il politico, peraltro senza tessera di partito. Mai. Scrive il cittadino, piccolo imprenditore di sé stesso e grande innamorato della sua terra. Delle sue risorse, dei suoi giovani traditi, delle meravigliose realtà popolari piene di contraddizioni e sofferenze .
Scrive per gridare con la forza dell’onestà e della volontà : solo contro tutto. Gridare la sua solidarietà ai lavoratori ed alla proprietà del Policlinico Madonna della Consolazione, ben conoscendo la storia e quanto ha provocato questa situazione pericolosa per la stessa incolumità di centinaia di migliaia di cittadini che hanno diritto ad una sanità efficace sul proprio territorio .
Scrive per gridare a gran voce che anche l’Istituto De Blasi, da lui fondato e condotto ai vertici dell’efficienza e del gradimento dell’intera Regione, salvando vite umane, alleviando sofferenze ed invertendo il vezzo dell’emigrazione, quanto meno diagnostica , è allo stremo! Pronto per chiudere.
Non ce la fa più a pagare gli stipendi, pur vantando dalla Regione Calabria anni ed anni di rimborsi. Non riesce ad onorare i debiti coi fornitori, peraltro divenuti sempre meno propensi a dare fiducia alla aziende della nostra Città. Le note negative che questo territorio emana a piene mani, anche quando se ne potrebbe fare a meno, toglie quella fiducia che negli anni si era guadagnato grazie ai suoi coraggiosi imprenditori.
Da una parte il malaffare ndranghetistico-mafioso, dall’altra chi non fa altro che parlarne, non per combatterlo coi fatti, ma per ergersi a paladino dell’anti, al mero scopo di farsi conoscere e professionalizzare il ruolo. Col risultato che qui non sembrerebbe esistere altro che delinquenza. A ciò si aggiunge un panorama desolante dove nell’abulia più becera ci si confronta con gli uffici dell’Asp sordi, ciechi e muti.
Se vai a chiedere circa il tuo sacrosanto diritto, quello di essere rimborsato per servizi che hai fornito ai cittadini anticipando lavoro, mezzi e risorse, che comunque lo Stato deve garantirti, nessuno ti risponde se non con una alzata di spalle o, peggio, ottieni – dallo pseudo politico di turno o grande super pagato burocrate – vaghe promesse…… di rapida soluzione ….magari mediata dai vertici della politica. Tutto ciò è insopportabile.
Ed allora non ti resta che riflettere. Ma dove hai sbagliato? Nell’essere corretto? Nell’aver rispettato le leggi. Nel non esserti venduto al miglior offerente? E politicamente? Ti ritorna in mente il tuo impegno, le diverse battaglie civili condotte. Senza mai indossare una maglietta ma riconoscendoti nei valori appresi in famiglia, coi tuoi maestri. Valori traditi da chi, sopratutto, avrebbe dovuto schierarsi al tuo fianco ed invece ti ha solo sfruttato. Anche economicamente. Sì. Perché è comodo trovare un candidato che ci crede e che si finanzia battaglie elettorali sicuramente votate al sacrificio, tanto forte e protetto è l’avversario. Ti viene da ridere, amaramente, volgendo lo sguardo ai nominati di ora. Nominati tra i quali hai scelto di non esservi. Per decoro.
Purtroppo non ti resta che constatare che coloro i quali hanno avuto paura di te, della tua trasparenza, del tuo non saper dire “signorsì”, oggi, si ripropongono a guidare una rinascita molto men che probabile se affidata a chi a Reggio non vive e non conosce o peggio, se ne è allontanato…. per vivere,a suo dire, meglio. Rifletti, se vedi l’assoluta indifferenza di tutta la classe politica , attenta solo a piazzare pezzi strategici sulla scacchiera degli interessi che non sono quelli legittimi che tu ed altri rappresentate in nome dei bisogni del popolo.
Pensi a quanto hai fatto per aiutare l’informazione, mettendo a repentaglio le tue risorse e la tua stessa incolumità , dando voce a tutti, senza chiedere tessere di appartenenza o prebende. Ti senti davvero solo contro tutto. Poi ti vengono in mente le tue ultime scelte. Autonome. Difficili. Non senza contraccolpi. Perché qui, il solo fatto che fai per fare, dà fastidio. Pensi al ruolo che ti sei ritagliato in Provincia, con la fiducia non semplice ma determinata di un uomo – prima che politico- serio. Rifletti sull’onda di cultura nuova che fra tante difficoltà oggettive, sei riuscito a generare. Conti i messaggi, le lettere, le strette di mano di uomini liberi ed onesti, scevri da lusinghe. Valuti il tuo apporto volto a far risorgere un paese, piccolo, ma denso di umanità .
Vedi come in un film che in soli tre mesi è stato possibile far sorridere quel paese con un asilo, un teatro, una biblioteca, un nuovo organo nella chiesa. Già , nella Chiesa. Quella vera, quella rappresentata da un prete di campagna che trascina, con fede e passione , il suo popolo in processione sotto acqua freddo e vento e li benedice, uno per uno, per ore e ore che sfiancherebbero chiunque ma non Lui. Forte del Suo amore per quella gente.
Ti fermi e nel momento stesso in cui vorresti abbandonare tutto, trovi la forza per andare avanti ma non rinunci a gridare che non è giusto continuare ad accettare una situazione dove pochi decidono sul destino di tanti. Concetto democratico solo quando chi rappresenta è frutto di una delega libera e cosciente e non di bieche imposizioni. La non rispondenza a questo requisito porta a situazioni come quella attuale di diritti denegati, servizi non resi, rappresentanze inadeguate che non rappresentano.
Eduardo Lamberti-Castronuovo
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