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L’Accademia Internazionale del Bergamotto, che opera fin dal 1994 per promuovere la storia, la cultura e le tradizioni legate al prezioso agrume, si dichiara assolutamente contraria alla possibilità che venga costruita, nel cuore dell’Area Grecanica e dunque nella culla che ospita il Bergamotto, una centrale a carbone.
Ancora oggi, dopo circa 300 anni di ricerche, supposizioni e leggende, non ci si spiega cosa permette al Principe degli Agrumi di crescere e riprodursi , quasi esclusivamente, nei circa 140 km di Costa Jonica della provincia di Reggio Calabria.
Complice il microclima delicatissimo e unico al mondo in cui si fondono condizioni particolari di venti, umidità, temperature, escursioni termiche che concorrono alla “perfezione organolettica” dell’olio essenziale del Bergamotto, conosciuto in tutto il mondo per i suoi impieghi in profumeria, medicina, gastronomia.
La dichiarazione di “compatibilità ambientale” , decretata dal Governo Monti, di un insediamento industriale di questo tipo ci lascia attoniti in quanto non si possono imporre, dall’alto, delle idee di sviluppo senza tenere conto delle vocazioni naturali dei territori per cui quelle opere sono pensate, soprattutto in un momento di forte rilancio e di valorizzazione, a livello nazionale ed internazionale, del Bergamotto.
L’azione delle polveri sottili sullo sviluppo della pianta sarebbe assolutamente dannosa, le nanopolveri posandosi sulle foglie impedirebbero alla pianta di respirare e inciderebbero in maniera irreversibile sulla qualità dell’olio essenziale e sullo sviluppo della pianta stessa mortificandone la produzione.
Lo stesso Presidente della Provincia di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Raffa, in occasione del “Primo congresso internazionale sugli impieghi del Bergamotto in senso alimentare e nutracetico”, che ha avuto luogo il 24 settembre del 2011 presso il Museo del Bergamotto, ha espresso la determinazione a puntare sull’estenzione di questa coltivazione ribadendo la disponibilità dell’ente «a creare nuove sinergie per il prodotto che può essere utilizzato in tutte le sue componenti» e la partecipazione ed il successo riscontrato da numerose aziende reggine al “Cibus 2012”, lo scorso maggio a Parma , ha testimoniato questo impegno.
Com’è noto, il bergamotto rappresenta una risorsa significativa per lo sviluppo socio-economico del nostro territorio, specie nella nostra Provincia, ed un elemento di sicuro interesse anche per i suoi risvolti storico-culturali che caratterizzano il rapporto del nostro territorio con questo frutto straordinario, che non possiamo permettere che venga mortificata. E’ del tutto evidente, infatti, che l’insediamento di una centrale a carbone sia assolutamente incompatibile con l’agricoltura in genere e con lo sviluppo dei “Giardini di Bergamotto” e sarebbe in malafede chi afferma il contrario.
Tutti gli sforzi profusi da coltivatori, dal Consorzio del Bergamotto e dalle Associazioni verrebbero vanificate proprio in un momento in cui la richiesta di olio essenziale di Bergamotto sui mercati mondiali è fortissima, tant’è che non risulta invenduta neanche una goccia di questo prezioso “oro verde”. Ci chiediamo chi comprerebbe questa preziosa ed unica risorsa calabrese prodotta sotto le emissioni inquinanti di una centrale a carbone che emetterà enormi quantità di metalli pesanti, per i quali non vi sono livelli minimi di tollerabilità per gli organismi viventi.
Per non parlare dei 7 milioni e mezzo di tonnellate di CO2 che contribuirebbero non solo ai mutamenti climatici a livello mondiale,ma che andrebbero ad incidere , in maniera irreversibile, sul delicato equilibrio su cui si fonda la coltivazione del prezioso agrume. Per questo ci appelliamo al senso di responsabilità del Presidente della regione, dott. Giuseppe Scopelliti, affinchè respinga con forza questa imposizione che va, tra l’altro, in controtendenza con gli sforzi profusi in tema di turismo verso cui la sua azione di governo si è orientata.
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