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La Calabria si conferma al sedicesimo posto nella classifica della produzione di vino in Italia con una superficie vitata che raggiunge 11.091 ettari. Cosenza ospita la più grande area coltivata con 4.514 ettari e ma è Crotone a ospitare la maggiore coltivazione di vino di qualità con 2.300 ettari su 3.200 regionali. Queste sono le risultanze dell’analisi della viticoltura calabrese realizzata in occasione del Convegno espositivo Viticoltura Enologia in programma a Padova il prossimo 12 dicembre.
“Il settore vitivinicolo calabrese vive una fase di forte dinamismo con una filiera che sta cambiando, sia in risposta a un contesto normativo sempre più complesso e a un mercato sempre più competitivo, sia in virtù della rapida e continua evoluzione di tecniche e tecnologie applicabili in vigneto e in cantina.
Il prossimo Convegno Espositivo Viticoltura Enologia di Padova, in programma il 12 dicembre, mette a disposizione a tutti gli operatori del settore una giornata di relazioni tenute da docenti universitari, ricercatori ed esperti del settore per ricevere l’adeguato aggiornamento tecnico sulle sfide che oggi pone il mercato come sostenibilità, l’internazionalizzazione e la protezione della territorialità del prodotto. Un appuntamento di particolare importanza ed interesse per il mondo vitivinicolo italiano come è attestato dalla presenza ufficiale dell’OIV, (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e dal patrocinio di numerosi consorzi di tutela” ha commentato Costanza Fregoni, coordinatore tecnico dell’evento.
La Calabria si conferma la sedicesima regione per la produzione di vino in Italia dall’analisi delle vendemmie degli ultimi 5 anni con un valore medio produttivo di 372.400 staccando nettamente il vicino Molise che la segue con 296.000 ettolitri. Nell’ultimo anno la Calabria ha completamente votato la propria offerta verso la qualità, con la produzione di vini DOC/ DOCG che è passata da 56.000 a 167.258 ettolitri, che in termine di percentuale significa un salto dal 19% al 41%.
I vini IGT scendono invece del 23% e ora pesano solamente il 6,9% mentre i vini da tavola scendono al 51,2% del totale. Anche dal punto di vista della tipologia dei vini è da registrare un forte riposizionamento con i vini bianchi che salgono da 48.000 ettolitri a 126.000 e arrivano a pesare per il 31,6% riducendo il vino rosso al 68,4% del totale. Negli anni precedenti il vino rosso ha sempre rappresentato più dell’80% della produzione regionale. Guardando alla produzione di qualità, il principale DOC della regione è il Cirò che si attesta al 73,5% del totale della produzione; il secondo vino è Terre di Cosenza al 6,80% e il terzo è Melissa al 6,08%.
La vendemmia del 2013 è avvenuta con una decina di giorni di ritardo rispetto all’anno scorso per il lungo freddo invernale. L’area del Cirò ha sofferto siccità estiva mentre la grandine ha recato danni alle coltivazioni di Melissa. Questi eventi hanno contribuito a ridurre la quantità delle uve e per questa ragione la produzione finale di vino non crescerà rispetto all’anno scorso e rimarrà stabile a circa 400.000 ettolitri secondo le previsioni Ismea e Unione Italiana Vini.
Dal punto di vista delle imprese, il settore vinicolo calabrese ha visto una notevole riduzione delle aziende sul territorio che, secondo gli ultimi dati ISTAT, sono passate da 34.291 a 13.390 con una superficie vitata a disposizione per singola azienda che passa da 0,4 a 0,7 ettari rispetto a una media nazionale di 1,6 ettari.
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