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Oramai è risaputo che la sanità calabrese è in gravi condizioni di salute, in particolar modo per quanto concerne i conti pubblici. La Regione non può soffermarsi semplicemente analizzando i dati analitici senza tener conto delle reali esigenze del territorio. È facile applicare tagli per far quadrare “banali” numeri, ma la vita della gente non può di certo essere condizionata da un piano di rientro di sola parata politica. Ne è da esempio la disavventura del 5 agosto scorso quando, in un intervento di codice rosso in area grecanica, il mezzo adibito a soccorso, la classica ambulanza, interviene sul posto dopo circa un’ora perché già operativa e, peggio ancora, perché grazie al “rientro economico” è l’unico mezzo di pronto intervento presente sul territorio! Oltre alla mancanza di strumenti necessari a salvare la nostra vita, anche gli operatori del 118 scarseggiano e, sempre nel pieno rispetto del “risparmio”, il loro operato carico per giunta di “straordinari” non può garantire né l’efficienza né tantomeno il risultato se non con grandi difficoltà.
In un intervento del SUEM è d’obbligo valutare prima la sicurezza e dopo l’assistenza. La chiusura dell’ostetricia, sempre nell’aria grecanica, ha infatti creato una condizione di notevole disagio tra i residenti. A tal proposito siamo venuti a conoscenza della disavventura di una donna che ha partorito una bambina morta o ancora di un’altra che, sempre in quest’aria, ha partorito un bambino celebroleso . Conoscere questi drammi e poi leggere con tanta amarezza le fandonie del Tavolo Massicci, tra cui la disposizione di erogare “livelli essenziali di assistenza uniformi”.
Il Governatore sa bene, sempre se è in grado di capirne di sanità, che i LEA non potra’ mai distribuirli uniformemente specialmente nella dolente nota della maternità e della pediatria proprio nell’aria grecanica. Il problema basilare è appunto l’agire non avendo la minima consapevolezza di cosa è la medicina e le alternative percorsuali che una donna partoriente può vulnerabilmente presentare. Per risparmiare si è chiusa l’ostetricia di Melito Porto Salvo, ma non hanno calcolato che una donna con un distacco placentare visto al momento e magari anche non primipara, non potrà mai arrivare all’ospedale di Locri o di Reggio Calabria in tempo senza rischio di vita !!! . Un neonato che presenta un giro di cordone ombelicale mantiene lo stesso rischio !!!
Un bambino in stato di shock anafilattico muore, altrettanto un bambino che presenta un edema della glottide. Il personale sanitario giace in una condizione di stress lavorativo che di certo può diventare una fonte di rischio per errori od orrori sanitari. Riempiamo i reparti di lungo degenze che possono essere tranquillamente gestite da case di riposo, quando invece gli ospedali dovrebbero garantire l’assistenza di condizioni acute e croniche. La sanità non deve avere colore politico, in un letto di ospedale prima o poi finiremo tutti e queste problematiche assistenziali le vivremo sulla nostra pelle. Gli aumenti del ticket hanno portato il cittadino a diminuire la prevenzione, ciò significa che tra qualche anno avremo gli ospedali pieni zeppi di malattia.
Dove ci ricovererete dopo? Le barelle sono già impegnate, magari seguendo i parametri del Tavolo Massicci, si potranno utilizzare anche scrivanie!!! Oggi si muore e ripeto di malasanità. Si muore per una trasfusione infetta, si muore per la mancanza di un farmaco salvavita in reparto, si muore perché la sanità non riesce a garantire il proprio servizio adeguatamente. Perciò se la sanità non può garantire all’utenza o peggio ancora ha difficoltà a gestire la stessa utenza sempre più multiproblematica, beh questo poco importa, l’importante è che il rientro economico sanitario è positivo.
Il Coordinatore Regionale MEDA
Loredana Delfino
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