La parrocchia Santa Maria Odigitria porge il benvenuto a Don Pasqualino Catanese

Don Pasqualino Catanese e Fortunato Mangiola

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Don Pasqualino Catanese e Fortunato Mangiola
Don Pasqualino Catanese e Fortunato Mangiola

di Fortunato Mangiola

L’Arcivescovo metropolita, Mons. Vittorio Mondello, domenica, 25 c. m., alle ore 18,00, ha insediato Don Pasqualino Catanese nuovo pastore della chiesa d’Itria.

La chiesa, locata nel popoloso quartiere di Sbarre, ha visto una partecipazione eccezionale di parrocchiani, parenti e conoscenti. Presenti in gran numero i fedeli di Ravagnese, i quali con fatica hanno accettato il distacco del loro benamato parroco, della cui guida spirituale hanno beneficiato per lunghi anni.

L’Itria si è preparata all’arrivo del nuovo pastore con iniziative di carattere essenzialmente spirituale. Sui volti dei presenti alla cerimonia si leggevano i segni delle virtù teologali: fede di figli verso il nuovo padre spirituale, speranza di continuare il cammino di conversione e carità vicendevole per portare i pesi gli uni degli altri.

Don Pasqualino proviene da Ravagnese, dove il Cardinale Gennaro Portanova ha introdotto il culto della Madonna del Buon Consiglio, donando alla gente del luogo un piccolo Quadro, che purtroppo è andato perduto nel crollo della chiesa a seguito del terremoto del 1908. L’edificio sacro è stato ricostruito ex novo e l’Icona, che oggi si venera, si legge nel sito della parrocchia, è stata realizzata dal pittore Ulisse Passani a Roma nel 1918. Per lungo tempo Cappellano della chiesa è stato lo stesso parroco dell’Itria, Mons, Carmelo Curmaci.

Elevata a parrocchia nel 1952, parroco fu nominato suo nipote, Mons. Domenico Curmaci, che ha retto la parrocchia per ben 42 anni. Nel 1994 è arrivato Don Pasqualino Catanese, che l’ha guidata con sapienza e grazia fino al momento attuale. Profondi sono, pertanto, i vincoli tra le due comunità e tali si confida che continueranno anche in seguito. Nel passato Ravagnese ha ricevuto dall’Itria. È giunto il momento in cui il beneficato diventi benefattore e quindi Ravagnese si privi del suo bene più prezioso per donarlo all’Itria, per la quale offerta l’Itria sarà sempre riconoscente.

Don Pasqualino arriva all’Itria dopo un lungo servizio offerto senza risparmio a tante comunità diocesane. Nato ad Armo, ha studiato in seminario ed è stato ordinato sacerdote dal Servo di Dio, Mons. Giovanni Ferro. Ci tiene a far sapere che è stato l’ultimo sacerdote a essere consacrato dall’Arcivescovo Ferro e che considera la sua vocazione sacerdotale una “predilezione divina”, alla quale ha risposto con la totalità della propria vita, secondo l’insegnamento luminoso d Benedetto XVI.

Fresco di ordinazione, per i primi tre anni è stato educatore in seminario e contemporaneamente amministratore apostolico a Terreti. Nel 1980 è stato mandato a Cardeto, dove si è fermato per circa 14 anni. Dal 1974 fino ad oggi ha servito la comunità di Ravagnese. All’interno di questo percorso si aggiungono altri servizi e altre esperienze personali moto forti.

Alludo al suo ruolo di Consigliere Spirituale delle Equipe de Notre-Dame, alias “movimento laicale di spiritualità coniugale, nato per rispondere all’esigenza delle coppie di sposi di vivere in pienezza il proprio sacramento, sorretto da una propria metodologia, aperto ad interrogarsi sulla complessa realtà della coppia di oggi”.

Don Pasqualino, come è nello stile del movimento, nel convegno di Sassone – Ciampino (Roma) svolto l’ 8-9 Novembre 2010, si è confessato pubblicamente: “Ho avuto la fortuna di entrare in equipe ad appena 24 anni… La proposta mi fu fatta da una coppia storica delle équipe: Licia e Osvaldo Bernardi, i quali vennero in Calabria in uno dei loro innumerevoli viaggi al sud per cercare di lanciare o rilanciare le equipes a Reggio… Fu una proposta coinvolgente intanto per il carisma della coppia proponente, per la novità della proposta stessa e per la risposta che dava ai miei interrogativi.

Infatti, in quei giorni, fresco fresco ordinato, mi interrogavo sul futuro, sul mio impegno pastorale…ma un desiderio era forte dentro me: approfondire le tematiche della famiglia e magari dedicarmi con più attenzione alla pastorale familiare; ho avuto di più e l’equipe è stata per me, in una realtà che la disconoscevo, il mio amore prima segreto e poi sempre dichiarato! Ho iniziato così l’avventura di un cammino che ho imparato ad amare sempre più e sempre più ringrazio il Signore per avermelo fatto conoscere”.

Altra incombenza, che qualifica Don Pasqualino come sacerdote molto disponibile a mettere a disposizione  degli altri i suoi carismi, è l’incarico di Assistente spirituale della Polizia di Stato. Va da sé che quest’incarico sia dei più delicati e incisivi, perché pone il Nostro a contatto con le forze dell’ordine operanti in un contesto relativamente difficile.

L’aiuto ai singoli poliziotti è quanto mai necessario, perché essi siano messi nelle condizioni psico-fisici e spirituali di operare serenamente, nel convincimento che la loro opera si debba considerare fondamentale per la vita democratica e per la sicurezza delle persone. Tuto questo senza trascurare la vita della parrocchia e le incombenze derivanti. È sufficiente cliccare sul sito della parrocchia del Buon Consiglio per farsi un’idea sufficientemente completa. In sintesi, tanto bene ha fatto Don Pasqualino lungo il suo cammino e tanto altro è chiamato a fare ancora per il futuro, di cui noi saremo i primi beneficiari.

La comunità “itriana” ha aperto una linea di credito illimitato nei confronti di Don Pasqualino. Come già detto in un articolo precedente, qui troverà affetto, accoglienza e benedizione. L’Itria non è una comunità chiusa e, pertanto, si è già disposta alla massima collaborazione nei confronti del nuovo parroco. Egli può stare certo che noi, come recita il canto al Vangelo di questa domenica speciale, ascolteremo la voce del pastore e lo seguiremo.

Se mi posso permettere di fare da interprete della comunità, sappia che tutti noi siamo pronti a mettere nelle sue mani incarichi e nomine di qualunque genere, perché non abbiamo posizioni da difendere o rendite da conservare. Siamo pronti a seguire le sue direttive e accettare con buona disposizione d’animo quanto avrà intenzione di conservare e qualunque novità proporrà, con la certezza che tutto quanto concorrerà al bene comune. Faccio qualche esempio.

Nei tempi passati la bella statua lignea della Madonna d’Itria era situata sopra l’altare maggiore. Con la ristrutturazione del presbiterio, al suo posto è stata collocata una scultura in bronzo posizionata sopra la pala dell’altare. Sicché il glorioso gruppo ligneo è stato posto in un angolo. Ultimamente ha trovato una decente collocazione nella sala delle riunioni, ma onestamente, se mi posso permettere, non è il massimo per il bene più prezioso posseduto dalla parrocchia.

Un secondo esempio riguarda le celebrazioni della solennità della Madonna d’Itria. Nel passato, mi riferisco ai tempi passati fino alla direzione di Mons. Curmaci, grandi erano i festeggiamenti religiosi e civili, preceduti da un Ottavario, scritto da un insigne figlio dell’Itria, lo storico Carlo Guarna Logoteta. Poi tutto è caduto nell’oblio. Sappiamo che Ravagnese festeggia la Madonna del Buon Consiglio anche con una bella processione per le vie del quartiere; dunque…. Terzo esempio. La parrocchia era in procinto di attivare l’Adorazione perpetua del SS. Sacramento, che sarebbe dovuta partire proprio in questi giorni, con tanto di orario e molte persone in elenco.

Poi è sopraggiunto il cambiamento e tutto correttamente si è fermato per rispetto verso il nuovo pastore. Il quarto punto mi stava sfuggendo, ma il gran caldo della sera dell’insediamento me l’ha fatto ricordare. Alludo alla mancanza di circolazione d’aria a motivo della chiusura di tutte le finestre. Confesso una personale debolezza: d’estate, partecipo poco o niente alle cerimonie all’Itria perché mi manca il respiro e temo di sentirmi male. Se si aprisse qualche finestra, sarebbe un bene.

Rimettiamo, comunque, tutto nelle sue mani, perché siamo arci certi che darà le indicazioni più propizie per il bene della comunità. Mi fermo qui, anche perché altri più autorevoli scriveranno sul suo arrivo all’Itria. Un grazie di cuore all’Arcivescovo per il dono che oltre i nostri meriti ci ha concesso. Un augurio di buon lavoro e un abbraccio fraterno al nostro benamato Don Pasqualino.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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