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Le difficoltà della Calabria si superano quando impariamo ad apprezzare il valore della conoscenza e poniamo la necessaria attenzione sull’uso intelligente delle nuove tecnologie, non per stravolgere, ma per coinvolgere in scelte e azioni da “ buone pratiche”, superando, per quanto possibile, i troppi appetiti sul presente, che non permettono di organizzare il futuro secondo le reali esigenze della gente, del territorio, della comunità.
Buone pratiche, per spezzare l’equilibrio vizioso che si è venuto a determinare, sul mancato sviluppo locale, scarsa attitudine ad adeguate politiche ambientali, poca sensibilità per conservare, riqualificare e tutelare il territorio.
Siamo attratti dalle “mode”e da questo linguaggio globale, quasi mai vicino ai bisogni di chi vive e subisce il crescente costo dei servizi, inefficienze, emarginazione e confusione sociale a complicazione del difficile momento, distogliendo lo sguardo da ciò che il territorio offre naturalmente, senza fare ricorso a strane invenzioni.
In Calabria, l’uomo con il suo lavoro e la natura, hanno creato le basi per una buona qualità ambientale influenzata dall’ enorme boscosità e dal clima favorevole. Si tratta di capire come questo patrimonio naturale, boschivo e forestale deve essere tutelato e al contempo sfruttato per creare presupposti di crescita economica.
Come fare e cosa studiare, affinché da quelli che possono apparire punti di debolezza, si creino le condizioni per parlare di economia locale ambientale, del legno, forestale, agricola, facendoli diventare valore aggiunto e risorsa per lo sviluppo. Utilizziamo i boschi per produrre energia. Rendiamoli vivi, facendoli diventare inesauribile fonte di ricchezza attraverso la produzione di energia da biomassa, senza ripetere errori passati dove la cosciente leggerezza non ha permesso di progettare e pianificare cose veramente utili per le generazioni future.
Pensiamo a cosa serva per ideare una filiera corta per la produzione di energia da biomassa, inserendo questa materia prima abbondante e disponibile, nel ciclo di combustione per la produzione di energia. La salvaguardia boschiva, che diventa punto di forza, per l’enorme quantitativo di biomassa legnosa, ricavato da un’attenta manutenzione forestale e dal settore agricolo, mentre si coltiva, si fa tutela ambientale e prevenzione incendi.
Biomassa da filiera, per portare valore aggiunto in settori deboli come quello della forestazione Calabrese, alle prese con una inarrestabile contrazione di posti di lavoro che significa impoverimento e emarginazione di intere comunità dell’entroterra, con interventi finanziari coordinati e finalizzati a sfruttare le vere risorse di questa nostra terra.
Per crescere, dobbiamo puntare alla riqualificazione dell’esistente, produzione di cellulosa, energia, teleriscaldamento con l’utilizzo di biomasse locali. Innoviamo e creiamo le condizioni di sviluppo qui, facendo impianti adatti e rapportati alle necessità di creare ricchezza. Puntare sulle nostre forze, giacché siamo ancora una volta isolati, fuori dalle grandi vie del traffico internazionale e dai benefici indotti di un progresso che rallenta e stenta a trovare vie eque e sostenibili.
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